Dal gup

Caccia di frodo e porto illegale di armi, pm chiede condanna del sindaco di Triora

Dodici gli imputati, per tre dichiarato il non luogo a procedere

tribunale imperia

Imperia. Due anni e dieci mesi di reclusione. E’ la condanna richiesta dal pubblico ministero Luca Scorza Azzarà nei confronti del sindaco di Triora, in carica dal 2018, Massimo Di Fazio, finito a processo con le accuse di porto illegale di armi e di caccia di frodo, sia al di fuori del periodo venatorio che in aree protette. Di Fazio, difeso dagli avvocati Alessandro Moroni e Simona Bertoldo, ha scelto la forma del rito abbreviato.

Dodici, in totale, gli imputati nel processo scaturito da un’inchiesta del 2019, che vide la polizia postale condurre le indagin che si sono basate su intercettazioni telefoniche e ambientali condotte anche con l’uso di “Trojan”, ovvero malware utilizzati per infrangere i sistemi informatici. Sono tutti accusati, a vario titolo, di porto illegale di arma da sparo, bracconaggio e uccisione di animale.

Stamane, davanti al gup del tribunale di Imperia Massimiliano Botti si è svolta l’udienza preliminare. Al termine della discussione, il pm ha chiesto la condanna di Di Fazio, al quale era stato contestato anche l’uso del fucile nonostante la revoca del porto d’armi e il possesso di alcune foto, che ritraggono un minore che imbraccia un fucile; un anno per Mattia Rizzo di Badalucco,otto mesi per Alberto Basile di Bordighera, quattro mesi per Lorenzo Rebaudo di Sanremo e Lorenzo Ascheri di Bordighera. Accolte le richieste di non luogo a procedere per i tre imputati che avevano scelto il rito ordinario: Domenico Novella, di Taggia; Andrea Lombardi, di Apricale e Mauro Melighetti, di Bordighera. Tutti e tre, infatti, erano finiti sotto inchiesta sulla base delle intercettazioni telefoniche di un altro processo, sempre a carico del sindaco Di Fazio, e per questo motivo inutilizzabili, in base a un pronunciamento della Cassazione.

Il pubblico ministero ha espresso inoltre parere favorevole nei confronti di altri tre imputati che avevano chiesto la messa alla prova ai servizi sociali: Diego Melighetti, di Bordighera; Walter Zandonella, di Ventimiglia e Lorenzo Maria Brogna di Bordighera.

Il processo è stato rinviato al prossimo 15 aprile per le repliche ed, eventualmente, la sentenza.

 

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