L'intervista

«Sarà il Festival sognato da Amadeus». Parla il maestro De Amicis, direttore musicale del Sanremo2022

«Lo spettacolo - aggiunge il maestro - E' il motore del mondo, impensabile fermarsi»

Sanremo. «Sarà un Festival emozionante, divertente, dinamico, moderno, a immagine e somiglianza di Amadeus, come lo ha sempre sognato». A dichiararlo, a pochi giorni dall’inizio della 72esima edizione del Festival di Sanremo, è il maestro Leonardo De Amicis, l’aquilano direttore d’orchestra e direttore musicale della kermesse canora condotta da Amadeus per il terzo anno consecutivo.

«Lo spettacolo – aggiunge il maestro – E’ il motore del mondo, impensabile fermarsi».

«C’è tanta voglia di non fermarsi, soprattutto in questo momento storico», commenta De Amicis raggiunto a Sanremo durante questi ultimi giorni di prove concitate, per una intervista congiunta tra IlCapoluogo (giornale online dell’Aquila) e Riviera24 (giornale online di Sanremo). Il fil rouge tra le due città rappresentato proprio dal maestro. «Lo spettacolo non deve morire, lo abbiamo detto a L’Aquila durante i Cantieri dell’Immaginario e la Perdonanza, ma vale per ogni occasione. La musica e la cultura sono il motore del mondo».

«Stiamo lavorando in questi giorni con l’orchestra e gli artisti con tutte le cautele del caso: tamponi ogni 48 ore e mascherine per uno spettacolo non solo di qualità, ma soprattutto sicuro. In questo momento le precauzioni sono l’unica arma che abbiamo, oltre i vaccini» spiega De Amicis.

«Il ruolo di direttore musicale è molto complesso e particolare. Stiamo lavorando bene in questi giorni, ci sono le riprove artistiche, dove ogni cantante con il suo staff prova la canzone che viene messa a punto. Oltre a questo c’è tutto il lavoro intorno alla parte dello spettacolo. Sarà un Festival emozionante, divertente, dinamico, moderno, a immagine e somiglianza di Amadeus, come lo ha sempre sognato. Ha scelto molto accuratamente canzoni ed ospiti, dopo riflessioni accuratissime».

Se Sanremo del 2021 guardava al futuro, con la scenografia che ricordava un’astronave, una sorta di involucro che avvolgeva e rimediva i vuoti in un teatro Ariston senza pubblico, quest’anno ci sarà tanta luce, che attraversa le linee curve, tanto amate dallo scenografo Gaetano Castelli che, insieme alla figlia Maria Chiara Castelli, ha realizzato l’allestimento scenografico per il teatro. L’idea è stata quella di simboleggiare l’uscita da un tunnel, quello in cui tutti si trovano da marzo 2020. Per Castelli simboleggia un augurio, la speranza, una sorta di abbraccio.

L’apertura di Sanremo è stata affidata ai Maneskin, vincitori della scorsa edizione e che stanno riscuotendo un grande successo in tutto il mondo. «Posso dire – assicura il maestro – che sarà un bel Sanremo, un’edizione ancora più nuova, sicuramente divertente e sorprendente, ma con la massima attenzione: purtroppo a causa della pandemia siamo ancora in trincea».

Quest’anno a Sanremo tornerà anche il pubblico, assente nell’edizione 2021 a causa della pandemia. Il teatro Ariston infatti sarà a capienza del 100%. Ad annunciarlo è stato il sindaco della stupenda cittadina ligure Alberto Biancheri. Il pubblico in sala dovrà essere munito di super green pass e di mascherina Ffp2, mentre non sarà necessario il tampone. In pratica, come accade già da qualche tempo in tutti i teatri d’Italia. Al fine di evitare assembramenti, per accedere e uscire dal teatro ci saranno percorsi dedicati. E allo studio c’è anche l’ipotesi di un ingresso per chi andrà in platea e uno per chi ha il posto in galleria, proprio per velocizzare i controlli.

scenografia festival sanremo

25 i cantanti in gara quest’anno: tra loro vecchie glorie, come Iva Zanicchi, Gianni Morandi e Massimo Ranieri, big delle nuove generazioni, come Achille Lauro e Emma. «Il Festival, come già detto, ricalca in pieno le scelte artistiche di Amadeus, che ha riportato sul palco grandi campioni come non accadeva da tantissimi anni. Ci sarà un incontro bellissimo tra le vecchie e nuove generazioni, come è naturale. La musica e lo spettacolo compiono da sempre un percorso, dove non può essere dimenticato il passato, tenendo un occhio al presente, rompendo a volte anche gli schemi per non ripetersi».

Un lavoro che per il maestro De Amicis non si ferma a Sanremo, ma arriva anche a L’Aquila, la sua città, in un filo costante sempre teso, che da tre anni abbraccia eventi e cultura. Sono infatti sue le ultime edizioni della Perdonanza Celestiniana (il primo Giubileo della storia, istituito da Celestino V, ndr) ed I Cantieri dell’Immaginario, di cui è stato direttore artistico. Entrambe le manifestazioni aquilane hanno riscosso grande successo di critica e di pubblico, riportando L’Aquila ad un livello internazionale.

«Il fil rouge è quasi obbligatorio utilizzando il mio bagaglio di esperienza. Un bagaglio nel quale c’è tutto quello che ho fatto e la rete che mi sono costruito negli anni, una rete fatta di persone che hanno accettato con gioia il mio invito a venire a L’Aquila, una città con una vocazione ed una storia culturale importante, un vero e proprio palcoscenico naturale».

Un filo di seta, tra De Amicis e gli artisti, che negli ultimi anni ha consentito di avere in città personaggi come Orietta Berti, Renato Zero, Riccardo Cocciante, Arisa, Stefano Fresi, Gigi D’Alessio, Fiorella Mannoia, Il Volo, solo per citarne alcuni.

«Abbiamo voluto dare in questi ultimi anni a tutte le persone, agli aquilani soprattutto, l’input per restare o per tornare a L’Aquila. La cultura e lo spettacolo fanno parte del tessuto di una città , la tengono viva ed è nostro dovere fare il possibile per rinnovarci sempre con piccole idee, novità, che il nostro territorio merita. Penso di aver fatto qualcosa di bello per L’Aquila e per gli aquilani in questi anni, insieme alle tante persone che hanno lavorato all’organizzazione della Perdonanza e dei Cantieri dell’immaginario. L’Aquila è un teatro a cielo aperto, io spero che si faccia ancora molto, che ci sia io o qualcun altro non importa, la cosa fondamentale è andare avanti».

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