Piano d'ambito

Rivieracqua, il privato è di nuovo bello. Tariffe: si parte con un +8%

Questa mattina la relazione del commissario della Provincia: «Necessari 25 milioni di capitali privati»

Gaia Checcucci

Sanremo. Correva l’anno 2011 e i sindaci della provincia di Imperia si facevano ritrarre con i piedi a mollo nello zampillo. In mano una dichiarazione fresca di firma: “L’acqua deve rimanere pubblica”. A dieci anni esatti di distanza e un referendum alle spalle, si è consumata oggi l’ultima delle giravolte della politica, riunita con i suoi massimi esponenti locali a Palazzo Bellevue per ascoltare l’inappellabile verdetto: Rivieracqua passerà sotto una gestione a capitale misto, governata dal privato. Applausi.

Questo il succo dell’aggiornamento al piano d’ambito presentato questa mattina dal commissario della Provincia Gaia Checcucci. Entro il 2022 una gara europea a doppio oggetto determinerà quale società privata potrà entrare in Rivieracqua con il 35% (minimo) delle quote, sborsando 25 milioni di euro per rilevare una gestione interamente pubblica che in un decennio ha accumulato 56 milioni di debiti e un disequilibrio di bilancio (al 2021) di 12 milioni.

Piano d’ambito inappellabile quello di Checcucci (nominata dalla Regione Liguria per mettere a posto una situazione sull’orlo del fallimento), contro cui a nulla sono valsi gli sforzi di qualche amministratore locale che ha provato a chiedere un piano alternativo per mantenere l’acqua pubblica. A giochi fatti e castagne tolte dal fuoco, nessuno ne ha voluto sentir parlare. Anzi, per la prima volta da anni è venuta fuori quella dinamica maggioranza contro opposizione che vedremo presto tornare in consiglio provinciale, con le elezioni fissate per dopodomani. «Privato necessario per salvare Rivieracqua? Non c’era scritto da nessuna parte, – commenta il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri -. Ho provato più volte a chiedere al commissario e al Cda della società di presentare un piano alternativo che tenesse conto della volontà dei sindaci di mantenerla pubblica. Un piano basato sul possibile apporto finanziario dei Comuni. Oggi non è arrivato niente».

Aggiornamento al piano d’ambito. Cosa vuol dire per il cittadino l’aggiornamento al piano d’ambito dell’Ato ovest-Imperia presentato stamattina. Le tariffe: +8,46% sulle bollette del 2020, +8,42% sul 2021, 3,41% nel 2022, 3,32% nel 2023, 1,01% nel 2024, 0,55% nel 2025, 0,36% nel 2026, 0,03% nel 2027, 0,06% nel 2028, 0,15% nel 2029, 0,14% nel 2030, 0,60% nel 2031, (decrescita) di -0,56% nel 2032, -0,20% nel 2033, +0,20% nel 3034, -0,69% nel 2035, -0.38% nel 2036, +0,21% nel 2037, +0,18% nel 2038, +0,27% nel 20239, 0,50 nel 2040 e 0,11 nel 2041.

Gli aumenti tariffari riguarderanno indiscriminatamente ogni comune della provincia di Imperia e si applicheranno in un primo momento sulla base delle miriadi di tariffe attualmente in vigore nell’Imperiese. Dal 2022 in poi, con l’entrata a regime della tariffa unica d’ambito (ancora da calcolare), gli aumenti andranno a ricadere su un prezzo dell’acqua a metro cubo standard per l’intero comprensorio. Ci sono cittadini che pagheranno verosimilmente parecchio di più (vedi Bordighera) e quelli che invece andranno a pagare un poco meno, come chi risiede nel comprensorio del Dianese e oggi paga l’acqua più cara di tutti.

«Il piano d’ambito che ho adottato prevede le condizioni per avere nell’imminente futuro, nel 2022, praticamente dopo domani, un gestore che fornisca un servizio efficiente e che investirà 150 milioni di euro nei prossimi 20 anni. A partire dal famosissimo intervento sulla condotta principale del Roja, – ha spiegato Checcucci -. Il mio è anche un piano sostenibile, perché consente di ripianare 56 milioni di debiti pregressi e di azzerare i 12 milioni di squilibrio dell’ultimo esercizio. Quindi di chiudere con il passato e affrontare un futuro con investimenti fino a 150 milioni. Per riuscire a far quadrare i conti è stato necessario recuperare 13 milioni dagli indennizzi spettanti alle aziende cessate Amat, Amaie, Aiga e 2i Rete e gas. Di questi, 5,3 milioni verranno invece restituiti ai cittadini che hanno pagato aumenti tariffari dichiarati irregolari».

La politica. «Non ammetto di sentir dire che noi non siamo stati capaci, – ha chiosato Giacomo Chiappori, ex sindaco di Diano Marina e membro del Cda di Rivieracqua. Ringrazio il commissario Checcucci per il lavoro svolto che ha permesso di piegare quelle società cessate che non volevano entrare in Rivieracqua, proprio mentre Provincia e Regione se ne sono sbattuti l’anima fino alla diffida presentata dal mio Comune. Si va verso il socio privato perché certi Comuni non sono in grado di mettere sul tavolo 25 milioni. Quegli stessi Comuni che si dovrebbero vergognare perché è colpa loro se siamo arrivati a questo punto».

Dichiarazione acqua pubblica sindaci Sanremo zampillo

(Nella foto in copertina il commissario della Provincia Gaia Checcucci)

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