“Ipotesi futuro centro migranti a Mortola”, contrari residenti, associazioni e comitato di quertiere

Martedì scorso c’è strato un incontro tra i cittadini di Grimaldi, Mortola superiore e inferiore e frazione di Latte con i Comitati di quartiere di Latte e la Società di Mutuo Soccorso di Grimadi
Ventimiglia. A seguito dell’incontro di martedì scorso tra i cittadini di Grimaldi, Mortola superiore e inferiore e frazione di Latte con i Comitati di quartiere di Latte e la Società di Mutuo Soccorso di Grimadi sul tema “Ipotesi futuro centro migranti a Mortola“, scrivono Antonella Marchesi, presidente comitato di quartiere di Latte e Roberto Benini presidente SOMS di Grimaldi: «A seguito della notizia, annunciata dal signor Sindaco Gaetano Scullino, sull’intenzione di aprire un centro di transito per i migranti nella zona di Mortola, i Comitati di Mortola, Latte e la Società di Mutuo Soccorso di Grimaldi, con la partecipazione dei residenti delle frazioni di Grimaldi, Mortola inferiore e superiore e Latte, si sono confrontati per discutere sulla soluzione prospettata dall’Amministrazione per far fronte al problema dell’emergenza migranti al confine con la Francia che, da alcuni anni, ha pesanti ripercussioni sia nella città di Ventimiglia che nelle zone di frontiera».
Continua la nota stampa «La necessità di un progetto di solidarietà, accoglienza e integrazione, sia umana che sociale, è sicuramente condivisa, ma emergono forti perplessità soprattutto sul luogo individuato per realizzare il centro, che sarà presumibilmente stabile in quanto il fenomeno immigratorio è ormai inarrestabile. Premesso che tutta la zona dalla frontiera alla frazione di Latte gode, in questo ultimo periodo, di un lento rilancio a livello turistico e ricettivo grazie anche alla presenza dei prestigiosi Giardini Hanbury, oltre che alla presenza di bellezze naturali su tutto Capo Mortola. L’area individuata dall’Amministrazione è proprio questa: la zona collocata a poche centinaia di metri dalle frazioni di Mortola e Grimaldi e a 1,5 km dal centro abitato della frazione Latte, a ridosso dei Giardini Hanbury e all’interno di un sito di interesse comunitario. La zona infatti è al centro di uno dei 126 siti di interesse comunitario, cioè località di rilevante interesse ambientale in ambito CEE definite con l’acronimo SIC. Capo Mortola è indicato come una delle località tutelate, perché con ruolo ambientale e di biodiversità particolarmente significativo; una zona speciale da preservare per conservare gli habitat della flora e della fauna selvatica e che “contribuisce in modo significativo al mantenimento della biodiversità della regione Liguria”. Per la tutela di queste aree con speciali valori naturalistici, occorre realizzare anche un’efficace attività di protezione del patrimonio boschivo dal fuoco e una corretta gestione del territorio. Proprio perché un’attenta e previdente pianificazione antincendio gioca un ruolo speciale in queste aree, come evidenziato dalla Legge Nazionale 21 novembre 2000, n. 353, Legge-quadro in materia di incendi boschivi, la presenza di questo centro, se pur controllato e gestito, costituisce inevitabilmente un aumentato rischio di incendio anche per un eventuale utilizzo improprio dell’area e, come già avvenuto in precedenza in altre zone frequentate dai migranti, con possibili presenze di bivacchi non controllabili, costituendo così un pericolo per le abitazioni, per le persone e per la zona protetta. I Giardini Hanbury, con la Villa e il maestoso giardino botanico che scende fino al mare sono un fiore all’occhiello meta di turismo internazionale: come si potranno gestire gli spazi in modo da non degradare o mettere a rischio una zona che invece andrebbe ancor più valorizzata e protetta? Inoltre la zona nel Vallone Sorba, dove dovrebbero sorgere le unità abitative per l’accoglienza, risulta zona a rischio di esondazione in quanto il Rio Sorba, spostato anni fa abusivamente, non è mai stato messo in sicurezza e il centro verrebbe realizzato su terreno con materiali di risulta accumulati con la costruzione dell’autostrada e quindi poco sicuri. L’area è collocata troppo vicina all’Autostrada dei Fiori già luogo di numerosi incidenti per la presenza di migranti che tentano di raggiungere la Francia a piedi. Pur essendo il sito vicino a centri abitati, nella zona mancano totalmente i servizi essenziali, compreso il trasporto pubblico: gli ospiti della struttura sarebbe costretti a recarsi a piedi per qualunque loro esigenza costituendo un pericolo a causa del transito pedonale su una strada scarsamente illuminata. Problematica già presente al momento che andrebbe ancora ad aggravarsi. Inoltre per la sua posizione, dalla zona del vallone i migranti potrebbero cercare di raggiungere la ferrovia attraversando addirittura i Giardini Hanbury per poi proseguire pericolosamente a piedi sulle rotaie. La comunità delle frazioni coinvolte ritiene inopportuno gravare ulteriormente una zona già pesantemente provata in questi anni dal fenomeno immigratorio e mai attenzionata dalle istituzioni locali».
E infine «La presenza di un centro di transito, che peraltro, visti i flussi, è assolutamente sottodimensionato, porterà inevitabile degrado come già è successo a Ventimiglia con enorme danno economico e di immagine alle attività turistiche locali. Questo centro non risolve i problemi della città e non è adeguato a offrire accoglienza a tutte le persone di passaggio! Non si meno si sottolinea la presenza di molte abitazioni disabitate, perché seconde case, con rischio di intrusione o occupazione. Ci si chiede infine se l’Egregio Signor Prefetto, quale primo responsabile di questa scelta, sia a conoscenza delle problematiche sopraesposte e si resta in attesa di una chiarificazione al riguardo. E’ giusto trovare una soluzione per una accoglienza vera e concreta purché attuata tenendo in considerazione anche le esigenze e tutela del territorio, oltre che la sicurezza dei cittadini».