Il dramma

Ventimiglia, ucciso per un telefonino: un presunto furto il possibile movente dell’omicidio a Roverino fotogallery

Sudanese di 35 anni sottoposto a fermo di polizia giudiziaria: lunedì l'interrogatorio di convalida

Ventimiglia. Sarebbe stato ucciso per un telefonino, il giovane migrante trovato morto ieri mattina sotto il cavalcavia di Roverino, a Ventimiglia. Secondo una prima ricostruzione, a scatenare la lite tra due connazionali sudanesi, ci sarebbe il presunto furto di un cellulare: un episodio banale, culminato in una aggressione feroce, che ha visto un giovane straniero soccombere sotto i colpi di coltello inferti da un migrante 35enne. L’omicida è stato trasferito in carcere a Sanremo nel cuore della notte tra venerdì e sabato: dopo ore di intenso lavoro i militari della compagnia di Ventimiglia e del Nucleo Investigativo di Imperia lo hanno dichiarato in stato di fermo. Lunedì è atteso l’interrogatorio di convalida.

Il killer, che aveva fatto scattare i sospetti dei carabinieri per una evidente ferita da arma da taglio alla mano, avrebbe accusato il rivale di avergli sottratto il telefonino. Da qui è scoppiata una lite, iniziata probabilmente in via Cavour, come dimostrano le immagini riprese da alcune telecamere di videosorveglianza, e poi proseguita a Roverino. E’ qui, nei pressi di un giaciglio di fortuna, tra le poche cose possedute dal giovane, che si è consumato il delitto. Ad un certo punto, il 35enne ha estratto un coltellino aggredendo il rivale.

«Dall’interrogatorio – afferma l’avvocato Stefania Abbagnano, legale del killer – E’ emerso un quadro di grave disagio tra questi connazionali, ma non è emersa l’effettiva volontà di uccidere il ragazzo da parte del mio assistito, che anzi non pensava di aver commesso un atto così grave».

Stando a quanto si apprende, l’aggressore viveva da parecchio tempo in Italia. Aveva provato a chiedere il permesso di soggiorno, finendo però ai margini della società, come tanti altri stranieri che fuggono dal proprio paese sognando una vita migliore, e finisco a vivere sotto i ponti.

La vittima sarebbe stata uccisa con almeno cinque coltellate, ma sembra meno di dieci, ma il numero sarà accertato soltanto dopo l’autopsia disposta dalla Procura di Imperia.

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