Apicoltura

In Liguria al via alla sperimentazione di nuove tecniche per difendere le api e la biodiversità della vespa vellutina

Il progetto sperimenta il “Metodo Z” con interventi sugli apiari colpiti dall’insetto predatore tramite un sistema di neutralizzazione che sfrutta la contaminazione di un certo numero di operaie di vespa presenti presso gli alveari

riviera24 -  Vespe vellutine

Genova. La Regione Liguria e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta attivano una nuova programmazione per arginare la diffusione della vespa velutina, dopo il via libera del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali al progetto “L’avanguardia tecnologica difende le api dalla vespa velutina”, della durata di 24 mesi. Sono partner di questa sperimentazione, realizzata con capofila l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di ricerca Agricoltura e Ambiente (CREA-AA) e le Associazioni di Apicoltori ApiLiguria e Alpa Miele.

Il progetto sperimenta il “Metodo Z” con interventi sugli apiari colpiti dall’insetto predatore tramite un sistema di neutralizzazione che sfrutta la contaminazione di un certo numero di operaie di vespa presenti presso gli alveari. È sufficiente l’utilizzo di una dose piccolissima di prodotto biocida per provocare la morte degli altri esemplari adulti e della regina. Si vuole dimostrare che trattamenti ripetuti a distanza di tempo riescono a neutralizzare completamente il nido senza rischi per le altre specie, per l’ambiente e minimizzando le possibilità di incidenti per l’operatore.

Accelerare sul contenimento di questa specie aliena invasiva – dopo diverse iniziative e l’attività che nell’ultimo anno hanno portato all’eliminazione di circa mille nidi – è necessario per frenarne la diffusione e concorrere ad una decisa inversione di tendenza. La vespa velutina, conosciuta anche come “Calabrone asiatico a zampe gialle”, è originaria del Sud-Est asiatico e molto diffusa in Francia e nel Nord Europa e, in misura minore, nel Ponente ligure. Le sue prede sono le api e altri insetti, fondamentali per il mantenimento della biodiversità: la Vespa velutina mette a rischio la produzione di miele ed è pericolosa per l’uomo.

Già il progetto “Life Stopvespa” tra Liguria e Piemonte ha contribuito ad una fattiva rimozione dei nidi segnalati in Liguria con diverse squadre di neutralizzazione e di monitoraggio, in collaborazione con le istituzioni, i nuclei locali di Protezione Civile, le associazioni di categoria e gli apicoltori. Decisivo dal 2019 il lavoro di gestione organizzativa e il coordinamento tecnico-operativo sulle segnalazioni e sugli interventi dell’Ente Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri (tutte le informazioni sul sito https://parconaturalealpiliguri.it/vespa-velutina/).

Ora si ricerca una programmazione ancora più precisa e innovativa, tramite il progetto “L’avanguardia tecnologica difende le api dalla Vespa velutina”, che possa fungere da apripista per l’intero territorio nazionale. L’applicazione del metodo su vaste zone permetterebbe di controllarne l’avanzata lungo i confini e nelle aree di espansione, come le province di La Spezia e Massa Carrara. La Vespa velutina infatti può colonizzare nuovi territori sia per diffusione naturale sia per trasporto passivo e trova habitat idonei pressoché in tutta Europa, prediligendo le aree con inverni miti o vicine a fonti d’acqua. In Italia, il primo individuo adulto è stato catturato nel 2012 in Liguria, a Loano, mentre l’area di maggiore diffusione è circoscritta tra il confine con la Francia ed Alassio.

«Il via libera da Roma del progetto – spiega il vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Liguria Alessandro Piana – è un chiaro riconoscimento della collaborazione tra ricerca e mondo produttivo, del lavoro svolto dagli uffici regionali e da tutti i partner coinvolti, con capofila l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’obiettivo è duplice: da un lato aprire nuove strategie di contrasto e, dall’altro, rispondere alle necessità di tutela ambientale e della nostra apicoltura, che accusa ripercussioni negative assommate alle difficoltà climatiche del 2021.

Di fatto quote crescenti di risorse sono utilizzate dagli apicoltori per difendere gli alveari: trappole, reti, dissuasori e spostamenti di interi apiari. Uno sforzo che, ci auguriamo, possa essere presto destinato in prevalenza ad altri impieghi, come la valorizzazione delle proprie attività. Le azioni operative in Liguria verranno avviate sistematicamente dalla primavera 2022 – conclude Piana – seguendo il ciclo biologico delle Vespe velutine, con l’intento di contenere fortemente le aree infestate e giungere all’eradicazione locale della vespa nelle aree di recente colonizzazione».

«Un primo obiettivo è già stato raggiunto – afferma il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Angelo Ferrari – grazie alla regia della Regione, mettendo insieme in poco tempo una squadra sinergica e vincente per cogliere l’opportunità del bando, ponendo le nostre forze al servizio della collettività. La sfida è quella ora di validare e ottimizzare il “Metodo Z” con sistematicità e costante monitoraggio rispetto alle necessità reali degli apicoltori e dell’ambiente.

L’impostazione di un modello applicativo basato su evidenze scientifiche potrà costituire la base per linee guida e prototipi di applicazione sempre più perfezionati. Nella primavera ed estate 2022 si effettueranno gli interventi nei comprensori più problematici, in quelli di nuove colonizzazioni e nelle zone confinanti con aree indenni tramite un piano di azione concordato tra l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, il CREA-AA e Mohos&Zagni, coinvolgendo e formando gli apicoltori locali ed i tecnici delle loro associazioni. Fra le attività informative – conclude – ricordo l’organizzazione di eventi di aggiornamento per il settore apistico, il potenziamento dei canali di comunicazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nella definizione di ulteriori strumenti e target».

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