Il progetto

Famiglie in transito a Ventimiglia, Caritas Intemelia: «In un anno accolte più di mille persone»

Hanno beneficiato di questa accoglienza 378 nuclei familiari in fuga da più di trenta paesi diversi

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Ventimiglia. «Sabato pomeriggio alle 17. Giunge la comunicazione di quattro nuclei familiari in arrivo da Afganistan e Irak. Alle 17,40 si presentano presso la sede della Caritas Intemelia. Lì facciamo accomodare nello Spazio Famiglie aperto in collaborazione con Save the Children. Subito ci rendiamo conto che due dei sette bambini hanno problemi che rientrano nello spettro dei Disturbi Autistici. Arrivano dalla Rotta Balcanica e la prima riflessione che facciamo verte sulla difficoltà di gestione di questo tipo di problematica qui in Italia, figuriamoci durante un viaggio così lungo e periglioso. Non è la prima volta che accade. Poco tempo fa è arrivato un nucleo con tre figli, due dei quali paraplegici. Ancora prima due bambini della zona del Sahel con segni evidenti di torture e con atteggiamenti aggressivi (dopo molto tempo passato nelle carceri in Libia). Dall’apertura, il 2 novembre 2020, continuiamo ad accogliere nuclei familiari in transito, stanchi, sfiniti, oltre a tutto ciò il freddo bussa di nuovo alle porte complicando ulteriormente la situazione. E molti sono i nuclei con neonati» – fa sapere la Caritas Intemelia, che insieme a Diaconia Valdese supportata dal Danish Refugee Council (DRC) e WeWorld hanno aperto a Ventimiglia una casa (messa a disposizione dalla Diocesi) per famiglie e donne sole in transito, dando ospitalità in un anno, grazie unicamente a donazioni e sovvenzioni private e risorse interne, a più di 1.000 persone migranti in viaggio verso altri paesi europei (oltre a quelle accolte in emergenza presso la Chiesa di San Nicola dal 20 luglio al 9 settembre 2020).

In un anno hanno beneficiato di questa accoglienza 378 nuclei familiari in fuga da più di trenta paesi diversi. La maggior parte di essi sono donne, bambini (il più piccolo dei quali di soli dieci giorni di vita) e adolescenti. Il 68% delle persone era originario dell’Africa sub-sahariana (soprattutto da Eritrea, Costa d’Avorio, Nigeria, ed Etiopia) arrivate dalla rotta mediterranea, o già nel nostro paese ma uscite dal sistema di accoglienza italiano, oppure “dublinate” da altri paesi UE. L’11% proveniente dai Paesi del Nord Africa ed il restante 21% dal Medio Oriente (principalmente da Afghanistan e Iraq/Kurdistan) seguendo la rotta balcanica o quella del Mediterraneo orientale. La Francia è la meta di arrivo preferita per coloro che provengono da paesi francofoni, mentre per gli altri le destinazioni rimangono Germania, Gran Bretagna o Nord Europa.

«Il progetto prosegue anche grazie alla partecipazione di volontari che, con impegno e sensibilità, cercano di lenire le sofferenze di queste persone. Visto il passaggio costante di famiglie ricordiamo che, per chi volesse, continua ad essere possibile dedicare tempo per affiancarle, nel loro viaggio, anche solo per poche ore. Presso la sede della Caritas Intemelia, oltre ai servizi che da anni sono rivolti all’aiuto delle persone residenti, vi sono quelli per le persone migranti che possono ricevere (dal lunedì al sabato mattina) la colazione/pranzo da asporto ed un cambio vestiario, usufruire di un primo supporto medico grazie ad operatori sanitari volontari, ricevere consulenza presso lo sportello legale (OdV Caritas Intemelia, Diaconia Valdese, WeWorld); famiglie e minori soli non accompagnati possono accedere ad una zona di ascolto/gioco (gestita in collaborazione con Save the Children) dal lunedì alla domenica sia la mattina che il pomeriggio. Diaconia Valdese e WeWorld sono inoltre impegnate in attività di informazione sul territorio» – dice.

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