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Basket, il Roca Team cede al Pireo. Netta sconfitta contro l’Olympiacos

Coach e staff tecnico hanno le competenze adeguate per intervenire su questi aspetti, ed il cammino fatto finora lo testimonia

Principato di Monaco. Il Roca Team esce sconfitto dalla trasferta ateniese, cade al Pireo contro l’Olympiacos e per la prima volta in stagione viene decisamente messo in crisi da una squadra avversaria, perché non riesce a trovare il modo di contrastare la difesa dei greci.
Il match in realtà era iniziato sotto il segno del Monaco, con Alpha Diallo mattatore ed un sonante 17 a 27 alla fine del primo quarto a favore dei monegaschi , ma è proprio qui che troviamo la chiave di lettura della partita.

Dal secondo quarto in poi la difesa dei greci sale di livello e diventa un rebus insolubile per gli uomini di Coach Mitrovic per la combinazione di due fattori importanti: per prima cosa si riesce a negare al Monaco la transizione, ovvero il contropiede, la ripartenza veloce, permettendo così alla difesa di aspettare schierata.

In secondo luogo i greci alzano il tasso muscolare e l’intensità difensiva, quello che in gergo si definisce una difesa che “mette le mani addosso” e così vanno a creare una serie di vittorie difensive che poi, per la prima legge del basket diventano punti facili e fiducia illimitata in attacco. È chiaro quindi che ad una squadra in fiducia, che macina punti, va opposta un altrettanto grande prestazione difensiva iniziando a limitare le fonti del gioco; purtroppo la difesa del Roca Team non è mai riuscita ad inaridire la vena di Walkup, e le puntate offensive di Sloukas e Dorsey , che hanno costruito pian piano il vantaggio dei greci.

Anche a livello fisico il solo Donta Hall riesce come sempre a reggere l’urto sotto le plance, riesce addirittura a stoppare Fall che misura all’incirca 218 centimetri, ma il nativo dell’Alabama è troppo solo per contrastare la batteria dei lunghi avversari. Quando poi si spegne anche Andjusic, e Paris Lee non è certamente in giornata positiva, non resta che aspettare il miracolo da Mike James, che ci prova in tutte le maniere, ma si scontra con un 2/11 totale al tiro che la dice tutta sulla situazione in campo.

Non bastano gli 8 assist, ed una buona applicazione in difesa per avere un contributo valido dal nativo di Portland che ci sembra molto più a suo agio all’interno di un sistema piuttosto che quando viene giocoforza chiamato a rivestire i panni del salvatore della patria, anche quando la missione è di quelle belle complicate.

Il punteggio finale di 86 a 65 non deve sembrare troppo severo, perché semplicemente è la conseguenza logica di una partita in cui l’avversario ha trovato le giuste chiavi di lettura ed invece la panchina monegasca non è riuscita ad individuare le corrette contromosse. E questo in un gioco che assomiglia molto ad una partita a scacchi è un elemento fondamentale: a livello logico il basket è uno sport di categoria superiore. Questa sconfitta deve essere analizzata come un momento di ulteriore crescita per il gruppo ed anche per lo staff tecnico, come stimolo per sviluppare un attacco adeguato a difese fisiche quando non è possibile giocare in transizione ( tipica squadra che nega la transizione e con difesa fisica è Milano, non per caso in vetta alla classifica) ed anche come occasione di crescita individuale per giocatori, e ci viene in mente Lee, bravi in campo aperto ma che devono crescere in gestione dell’attacco manovrato.

Sicuramente coach e staff tecnico hanno le competenze adeguate per intervenire su questi aspetti, ed il cammino fatto finora lo testimonia. Un cammino che ci piace ribadire è assolutamente positivo e che siamo sicuri lo sarà anche in futuro: ad oggi il Roca Team sarebbe qualificato ai playoff, e questo è un dato di fatto di cui andare giustamente orgogliosi.

Con il contributo tecnico di Marco Ghisalberti

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