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“Dogmatique, le verità del destino”, il film che porta a Dolceacqua Tolstoj

L'ultimo lungometraggio di Carlo e Francesca Marcucci liberamente ispirato ad Anna Karenina

film dolceacqua

Dolceacqua. Si sono concluse oggi le riprese in territorio italiano dell’ultimo lungometraggio che Carlo e Francesca Marcucci hanno scritto e realizzato nella meravigliosa cornice di Dolceacqua e della Costa Azzurra: “Dogmatique, le verità del destino“, liberamente ispirato ad Anna Karenina di Lev Tolstoj.

Grazie alla pellicola, il nome e le bellezze del borgo dei Doria saranno ancora una volta portati all’attenzione anche del pubblico cinematografico.

Il film si inquadra nel crescente movimento “Cinema indipendente a microbudget” che vuole rinnovare l’esperienza del cinema d’autore dell’ultimo ventennio del secolo scorso, costituendosi come un vero e proprio “laboratorio creativo” attraverso il quale trasmettere l’esperienza personale nella realizzazione del film e l’elaborazione di un linguaggio innovativo rispetto ai codici espressivi di opere concepite per il mercato dominante.

Per l’occasione i protagonisti e il cast di produzione del film avranno il piacere di incontrare e ringraziare Fulvio Gazzola, sindaco del Comune di Dolceacqua, Padre Yobani e gli esponenti della comunità parrocchiale che hanno permesso le riprese nel borgo e nei locali del Cinema Cristallo, utilizzati per le riprese delle scene interne.

IL FILM

«L’amore è un concetto estensibile che va dal cielo all’inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l’infinito». In questa frase di Carl Gustav Jung, con la quale si apre il film, é racchiuso il significato della storia di come la vita di tre persone possa essere totalmente sconvolta nel giro di una notte. Francesco, architetto di successo é sposato da sette anni con Clara, attrice di talento. La vicenda si svolge all’interno di un teatro dove Antoine, regista teatrale, e migliore amico di Francesco sin dall’infanzia, sta lavorando alla messa in scena dell’atto finale di Anna Karenina.
Nonostante la relazione di Francesco e Clara si basi ormai quasi esclusivamente sull’abitudine e la routine, i due continuano a vivere insieme. Questa notte, però, non è una notte qualunque.

La vicenda si apre infatti sul palcoscenico dove Clara sta interpretando Anna Karenina e mentre Antoine la dirige, arriva Francesco per portare a casa la moglie essendo le 22. I due devono ancora provare e Francesco allora si allontana per andare a comprare qualcosa da mangiare per tutti e tre. Quando rimangono da soli, inizia un dialogo concitato, dove Clara si meraviglia che Antoine riesca a far finta di nulla dopo quello che é successo tra loro.
Circa due mesi prima, infatti, i due hanno fatto una cosa terribile ai suoi danni; il senso di colpa è insopportabile e i due hanno deciso di confessare. Al ritorno di Francesco, vista l’aria pesante che si respira all’interno del teatro, quest’ultimo chiede a Clara cosa sia successo, mentre Antoine si allontana per andare a sistemare delle cose nei camerini. Il paradosso, però, è che i turbamenti emotivi e psicologici sono legati all’opinione che gli uni hanno degli altri. Nessuno è solo buono e nessuno è solo cattivo; nessuno è solo vittima o solo carnefice. Proprio quando pensi di sapere tutto di una persona, ecco che ti rendi conto di non sapere quasi niente. La finzione si mescola alla realtà in un gioco perpetuo in cui il confine tra verità e menzogna si fa sempre più sottile, fino ad arrivare ad un inaspettato finale.

A permeare l’intera opera c’è un grande senso di incomunicabilità. I tre personaggi, infatti, relazionandosi non sono quasi mai totalmente sinceri. Quando lo sono, la sincerità non fa che generare conflitti distruttivi. Solo all’interno dei loro monologhi interiori trovano la libertà per dar sfogo ai loro pensieri più onesti, alle verità profonde delle loro anime. La storia del film si sviluppa su diversi livelli lasciando sul fondo sempre presente il testo di Tolstoj che unisce magicamente le vicende dei tre personaggi.

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