Il commento

Vendita di Casa Serena, la riflessione del Pd Sanremo

«Siamo convinti e fiduciosi che se non si potrà arrivare a un accordo soddisfacente per gli utenti e i lavoratori con l'attuale acquirente il sindaco e la giunta sapranno fare le scelte più giuste per il bene comune e la solidità del nostro bilancio»

casa serena

Sanremo. «Leggiamo con interesse la preoccupazione delle forze di minoranza di Sanremo sulla questione di Casa Serena. Purtroppo il mancato rispetto da parte del nuovo gestore di Casa Serena di impegni presi nel contratto in merito al mantenimento degli standard dei servizi previsti dall’accreditamento e la noncuranza delle norme giuslavoristiche nella gestione del personale, con gravi conseguenze anche sul mantenimento dei posti di lavoro, ha creato una situazione di criticità che forse troverà una via di uscita oggi come da accordi presi durante incontro col prefetto. Peccato che le minoranze concentrino le loro energie alla ricerca di un colpevole, di un capro espiatorio all’interno dell’ amministrazione, e non siano in grado invece di fornire un contributo utile alla risoluzione della questione» – afferma la segreteria del Pd Sanremo.

«Il Pd di Sanremo, sulla scorta delle informazioni e valutazioni espresse sia in giunta che negli uffici dirigenziali, ha accettato la scelta di vendere Casa Serena come necessaria per evitare un aggravio ulteriore a carico della collettività, un “male minore” rispetto ad altre priorità. Negli ultimi 10 anni la gestione di Casa Serena ha prodotto più di 7 milioni di debito, in quanto la struttura non ha mai avuto un equilibrio economico efficiente tra entrate e costi e a causa del Covid, che ha fortemente ridotto l’utilizzo della struttura, il debito sarebbe addirittura salito più del doppio nei prossimi anni. Inoltre, la struttura richiede interventi di ristrutturazione straordinaria per una spesa di almeno 6 milioni di euro, al fine di renderla a norma e rispondente agli standard previsti per l’accreditamento di un numero di posti letto idoneo a poter ipotizzare l’equilibrio di gestione» – dichiara Marco Torre.

«Se consideriamo che in questi due anni a causa del Covid il Comune di Sanremo ha avuto oltre ad un calo di entrate anche la necessità di dare una forma di sostegno alle categorie produttive più colpite, è evidente che un eventuale aumento del debito di Casa Serena avrebbe avuto un impatto fortemente negativo sui conti del Comune. Il Comune per fare fronte alla crescita del debito avrebbe potuto o aumentare le tasse o ridurre i servizi, ma entrambe le soluzioni avrebbero finito per colpire maggiormente le fasce più deboli della nostra comunità. Amministrare per il bene comune significa purtroppo fare scelte “necessarie” anche se “impopolari” e non rispondenti ai desiderata del singolo partito. Ora è evidente, e noi lo abbiamo sempre sostenuto all’interno dell’amministrazione sanremese, che la vendita di Casa Serena non può e non deve tradursi in un’abdicazione ai compiti di assistenza del Comune agli anziani che hanno necessità di vivere in una residenza protetta e non dispongono delle risorse economiche per far fronte alle rette, ma questa amministrazione non viene meno a tale funzione assistenziale, avendo inserito nel contratto di vendita il mantenimento di 15 posti a carico del Comune per i bisognosi, così come già in essere con altre realtà private» – sottolinea Marco Torre.

«È altrettanto evidente che non siamo disposti ad accettare che la vendita di Casa Serena avvenga a scapito dei lavoratori oggi coinvolti e senza il rispetto di norme che la legge prevede per le scelte di riorganizzazione da parte del futuro proprietario. Per questo il nostro assessore ai servizi sociali Costanza Pireri è impegnata a cercare insieme ai dirigenti e al sindaco una soluzione adeguata che deve tenere conto della realtà degli interessi in campo. Dai banchi dell’opposizione è facile dire che si possono sostenere dei debiti in più, che per un Comune con un bilancio da 200 milioni di euro si possono “perdere” sul sociale anche 700mila euro, ma in questo caso è bene precisare che quelle risorse non sono spese per garantire servizi alle fasce deboli o alla collettività, ma per tenere in piedi una struttura oggi inadeguata dal punto di vista dell’immobile in sé e da riorganizzare dal punto di vista del numero di lavoratori in essa impiegato, e ciò è inaccettabile se si hanno ben presenti i principi di buon andamento ed efficienza dell’amministrazione. Se l’opposizione insiste su questa posizione dovrebbe anche spiegare ai suoi concittadini perché dovrebbero farsi carico di tali oneri e e chi e come dovrebbe pagarli» – continua Torre.

«Dai banchi dell’opposizione stupisce la battaglia “ideologica” sul mantenere pubblica la proprietà di Casa Serena, quando Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono da anni alleati in amministrazioni regionali caratterizzate proprio dalla scelta di privatizzare il sistema sanitario. Dai banchi dell’opposizione siamo disposti a ricevere consigli utili e contributi validi a trovare soluzioni amministrative efficaci, siamo meno disponibili a prestarci a uno sterile dibattito sul colpevole, nella consapevolezza che quando si amministra si devono assumere le proprie responsabilità e si risponde poi al giudizio degli elettori. Siamo convinti e fiduciosi che se non si potrà arrivare a un accordo soddisfacente per gli utenti e i lavoratori con l’attuale acquirente il sindaco e la giunta sapranno fare le scelte più giuste per il bene comune e la solidità del nostro bilancio» – conclude per la segreteria del Pd Sanremo Marco Torre.

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