Botta e risposta

Apricale senz’acqua di notte, chi lavora costretto a farsi la doccia con la minerale

La denuncia di un frontaliere residente nel borgo. Il sindaco replica: «Azione cautelativa»

Apricale. Crisi idrica nel piccolo comune della valle del torrente Merdanzo. Da agosto a questa parte, per risparmiare l’acqua potabile che “sfocia” nei rubinetti degli abitanti, il sindaco Silvano Pisano, sentiti i tecnici del Comune (l’acquedotto è ancora a gestione locale), ha imposto la chiusura dei rubinetti dalle 23 alle 6 del mattino. Un disagio per chi come Hermes Alizzi, residente di Apricale e frontaliere, da oltre un mese è costretto a lavarsi con le bottiglie della minerale prima di poter partire per il lavoro. «Tutto il mese di agosto senza alcun preavviso é stata chiusa l’acqua e ancora lunedì é stata nuovamente stoppata l’erogazione». Racconta Hermes: «Alcuni giorni la pressione non è sufficiente a far partire le caldaie specie nei pressi del Castello e in via Martiri. Oltre al disservizio, manca totalmente la comunicazione agli utenti che questa amministrazione persevera nel non voler adottare».

Continua il frontaliere (nel video i rubinetti di casa a secco): «Un problema quello dell’erogazione dell’acqua e le varie chiusure che persevera da anni e che questa amministrazione non é stata in grado di affrontare nonostante la storia sia servita da esempio. Sempre a nascondersi dietro dei luoghi comuni quali la siccità. Ci sarebbe modo, durante l’inverno, di adoperarsi per stoccare con dei serbatoi di riserva l’acqua da riutilizzare d’estate. Mai nessun progetto concreto è stato sviluppato».

Secca la replica del primo cittadino: «Abbiamo vissuto un boom di turisti questa estate che ha mandato in difficoltà l’acquedotto. Per recuperare la risorsa idrica si è deciso di chiudere l’acqua di notte così da permettere alle vasche di tornare a riempirsi. I disagi non sono così gravi come si vuole far credere. Basta chiedere ai ristoratori di Apricale per avere un quadro più chiaro della situazione».

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