Le dichiarazioni

Green pass per agenti della polizia penitenziaria, Pagani (Uil): «Paradossale e grottesco»

I detenuti potranno invece accedere alle "sale socialità" senza certificato e sotto il controllo dello stesso agente "ghettizzato"

riviera24 - Pagani (UIL Penitenziaria)
- Foto d'Archivio

Sanremo. «Apprendiamo che dopo le indicazioni del Ministero della Salute l’Amministrazione Penitenziaria ha imposto l’esibizione del green pass per l’accesso degli appartenenti della Polizia Penitenziaria alle mense di servizio. Fermo restando il doveroso rispetto per le istituzioni e al di là di altre e pur importanti valutazioni, ivi comprese quelle correlate all’inesistenza di un obbligo vaccinale per il Covid-19, pensiamo che ciò sia paradossale e grottesco». Lo dichiara Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria commentando le indicazioni del Ministero della Salute e la prescrizione del possesso del green pass anche per l’accesso alle mense obbligatorie di servizio del personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate.

«In pratica – spiega Pagani – Sarà vietato a un appartenente alla polizia penitenziaria sprovvisto di green pass di accedere alla mensa di servizio che, per altri versi, è obbligatoria (sic!) con poche decine di colleghi suddivisi per turni e nel rispetto dei protocolli sanitari, ma lo stesso poliziotto continuerà a espletare normalmente il suo servizio in sezioni detentive con, talvolta, oltre cento ristretti, molti dei quali senza green pass, e senza distanziamento o, ancora peggio, in obsoleti automezzi blindati e con sistemi di aerazione inefficienti per il trasporto dei reclusi. Analogamente, i detenuti potranno accedere alle sale socialità, ai colloqui e ad altre attività comuni senza green pass e sempre sotto la sorveglianza dello stesso poliziotto. A fronte di cotanta scelleratezza, verrebbe da esclamare: si salvi chi può!».

Il segretario della Uilpa prosegue: «Chiediamo al Governo, al Ministero della Salute e al Ministero della Giustizia di ripensarci e di aprire un confronto immediato con le Organizzazioni Sindacali rappresentative; se obbligo ci dev’essere, pretendiamo la via legislativa e in un quadro di garanzie complessive. Ricordiamo, infatti, che gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono costretti a prestare molte ore giornaliere di lavoro straordinario e che non è consentito loro di allontanarsi dal luogo di lavoro per il consumo dei pasti».

«Noi riteniamo che la vaccinazione sia di vitale importanza, io stesso sono da tempo vaccinato, – precisa Pagani – Ma non possiamo avallare contraddizioni che rischiano di tradursi in pesanti discriminazioni. Nelle more, peraltro, dev’essere garantito agli operatori a cui verrà inopinatamente precluso l’accesso alle mense il buono pasto sostitutivo e respingiamo sin d’ora altre ipotesi impositive e da considerare solo a richiesta, come quelle dei sacchetti preconfezionati, che avrebbero un amaro e inaccettabile sapore ghettizzante».

«Soprattutto – conclude il segretario regionale della UILPA PP – in un’estate torrida e complicata da virus e incendi, auspicheremmo di non doverci cimentare anche con le contraddizioni, l’irrazionalità e le scelleratezze di una politica la quale, non di rado, sembra tradire il proprio mandato».

commenta