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Riva Ligure, scavi archeologici di Capo Don: scoperte nuove sepolture fotogallery

Un open day ha permesso di visitare lo scavo e le scoperte della campagna 2021

Riva Ligure. Si avviano alla conclusione gli scavi archeologici di Capo Don a Riva Ligure. I 13 fra archeologi e specializzandi, giunti da varie università italiane, dovranno perciò sistemare quanto ritrovato e mettere in sicurezza il sito.

«Si tratta di uno scavo in concessione triennale ministeriale, che ha avuto una proroga per il Covid. La concessione scade nel 2022 – dice l’archeologo Alessandro Garrisi direttore del cantiere – Questo è perciò il penultimo anno e probabilmente non la rinnoveremo perché abbiamo deciso di fermarci un attimo. Abbiamo comunque fatto 12 anni di scavo e perciò abbiamo deciso di prenderci il tempo necessario per scrivere una monografia su tutto quello che abbiamo trovato. Il prossimo progetto che porteremo avanti su questo sito sarà quello di valorizzazione, cioè la creazione di un percorso per far sì che lo scavo sia visitabile sempre e non solo durante gli open day».

Nella campagna di scavi che interessa la chiesa paleocristiana sono stati rinvenuti lo scheletro di un uomo, si presume di un pellegrino che era stato a Santiago di Compostela, e quello di una donna di oltre 40 anni. Rinvenuta anche la sepoltura di un bambino. «Durante il 2021 abbiamo indagato una parte interna alla basilica, un ambiente adiacente al Battistero, che ha restituito sepolture di vario genere. Inizialmente era riservato a sepolture di grande pregio, sicuramente da una delle cappelle di questo ambiente a nord del Battistero proveniva l’epigrafe di Maria, che ora è conservata al Sem, ed era probabilmente appesa al muro dietro a uno dei sarcofagi rinvenuti. In una zona dedicata a sepolture infantili, quest’anno abbiamo trovato dei resti molto poveri di un bambino di età compresa tra 1 e 3 anni. I resti purtroppo hanno subito un crollo delle strutture sovrastanti e quindi si sono davvero molto degradati. Tra le sepolture è stata importante quella di un pellegrino che aveva con sé la conchiglia legata al culto di San Giacomo. Bisognerà capire se era un viandante o un locale che era stato a Santiago di Compostela e, essendo tornato, aveva vissuto con questa conchiglia parzialmente rotta. Adesso stiamo indagando l’ultima sepoltura, molto povera, di tardo medioevale» – svela Garrisi.

Durante l’open day del 26 luglio scorso il pubblico ha potuto visitare lo scavo e le scoperte della campagna 2021. «Un’altra parte dello scavo 2021 riguardava invece la navata nord della chiesa, soprattutto la parte più vicina alle absidi. Abbiamo identificato una serie di interventi medievali che hanno realizzato una sorta di piano composto da vari livelli di macerie disposte in strade orizzontali. La rimozione di macerie di questi livelli ha restituito una grandissima quantità di frammenti ceramici che vanno dal III secolo dopo Cristo fino al dodicesimo secolo. E’ probabile che si tratti di una sistemazione dell’area per creare una zona sepolcrale ad utilizzo del monastero benedettino che in quegli anni si era impiantato sul pendio della Grangia. L’anno prossimo contiamo di fare l‘ultima campagna di scavo molto lunga, saranno almeno otto settimane» – racconta Garrisi.

Gli scavi, presieduti dal Pontifico istituto di archeologia cristiana con Sovrintendenza di Genova, su autorizzazione ministeriale, e con il professor Philippe Pergola direttore scientifico, hanno avuto il sostegno del Comune di Riva Ligure.

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