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Claudio Scajola festeggia tre anni di mandato, l’intervista a tu per tu

3 luglio 2021 | 14:23
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«Il sogno nel cassetto? Un campus universitario nell’ex palazzo dell’Igiene», dice il primo cittadino

Imperia. A tu per tu, il sindaco Claudio Scajola, a tre anni dal suo terzo insediamento sulla poltrona di primo cittadino, torna a sedersi con Riviera 24 per parlare dei grandi temi legati alla città e alla politica nazionale e non solo. Nell’intervista, registrata martedì 29 giugno, l’ex ministro affronta presente e futuro della città, il problema dei giovani da non far scappare, quello dei migranti che affligge soprattutto l’estremo Ponente.

E’ cambiato Claudio Scajola in questi 3 anni e da sindaco e lo rifarebbe?

«Ma io credo che una persona non cambi mai. Certo che l’avanzare dell’età ti rende più saggio e, potremmo dire, e a vedere le cose con maggiore distacco.  Nei  tre anni in cui ho fatto il sindaco mi pare di essere stato sempre una persona che predilige i fatti alle chiacchiere. Trovandomi nelle stesse condizioni di 3 anni fa lo rifarei, sicuramente. Se, invece, la domanda è,  fra 2 anni quando finirà il mandato se lo farò di nuovo le dico che l’ impegno mio era un contratto con la città per 5 anni per risollevare Imperia che era  caduta in basso e riportarla all’onore del mondo. Grande parte del compito che mi ero assegnato è stato svolto. Ce n’è ancora una parte da completare nei prossimi 2 anni. Poi, lei capirà che fra due anni avrei anche diritto a dire adesso vado a gustare quello che ho contribuito a realizzare e quindi è un problema che adesso non esiste. Per me il problema è porre ancora la maggiore attenzione alla città per completare quello che deve essere completato. L’ obiettivo è sempre lo stesso, creare una città che sia appetibile, che vengano gli investitori, che si apra al mondo che sia accogliente e, quindi, che dia lavora i nostri giovani. Il mio sogno è che qua i giovani possano trovare lavoro anche qualificato».

Un altro sogno nel cassetto da realizzare nei prossimi due anni?

«Proprio parlando dei giovani, io credo che dobbiamo rendere ancora più appetibile ai giovani i percorsi universitari. Quando vedo il palazzo dell’ex Igiene al Prino che è rimasto praticamente vuoto e che è accanto alle facoltà universitarie che ha buon successo, mi chiedo facciamolo diventare un Campus universitario per tutto il Ponente della Liguria. Ecco il sogno nel cassetto è questo. Ne ho parlato anche con il Rettore. Cerchiamo di essere un po’ meno municipalisti, di guardare tutti un po’ più lontano. Ecco il sogno è che la Riviera si possa affermare come Riviera, non come piccole dispute tra un comune e l’altro».

Elezioni in Francia, hanno vinto i neo gollisti. Un segnale anche per l’Italia? 

«Tendenzialmente si dice neo gollisti, io preferisco dire le Rassemblement république francaise. Cosa vuol dire? Vuol dire un centrodestra moderato, quel centrodestra che in qualche modo era impersonato in Italia, a suo tempo quando dalla Dc e in tempi più recenti da Forza Italia con il Popolo della Libertà. Ecco, io credo che ci sia spazio perché si possa costruire una nuova “cosa”. Interessante l’intervista di Silvio Berlusconi di stamattina (martedì 29 giugno) al Corriere della Sera in questo senso. Io ne ho parlato con Il Foglio di Giuliano Ferrara 15 giorni fa. Credo che ci sia uno spazio, guardando avanti, per l’assemblea repubblicana italiana, che deve avere caratteristiche molto chiare: europeista, liberista, garantista. Libero mercato e attenzione al sociale. C’è questo spazio c’è, speriamo che si costruisca».

Qual è la sua posizione sui migranti?

«Il tema è complesso, molti scappano perché hanno paura, perché non hanno da mangiare perché sono perseguitati. Sull’obiettivo di una politica europea comune su questo tema, siamo ancora lontani. Buono l’impegno che ha preso l’Europa recentemente nell’incontro della Merkel con Draghi per far crescere sulla sponda Sud del Mediterraneo una possibilità di occupazione che faccia diminuire i flussi verso di noi. Ma nel frattempo dobbiamo gestirli che non significa demonizzarli, significa gestirli bene. Qu nel  Ponente se non creiamo un qualcosa  di maggiormente partecipato che li possa tenere insieme nell’attesa che possano avere una loro collocazione in altre parti d’Europa,  se non facciamo questo ce li ritroviamo sbandati per la strada.  Ed è molto peggio».