La protesta

Sanremo, i pescatori del Porto Vecchio incrociano le braccia contro la UE fotogallery

La parola d'ordine è l'hashtag #salviamolapesca ed alle 10.30 le sirene dei pescherecci hanno suonato all'unisono

Sanremo. Protestano i pescatori del Porto Vecchio. Questa mattina, con slogan e striscioni esposti sulle loro imbarcazioni, hanno manifestato contro la Commissione Europea, responsabile, a loro dire, delle politiche che stanno portando alla chiusura delle piccole imprese della pesca che operano nel Mediterraneo. La parola d’ordine è l’hashtag #salviamolapesca. Alle 10.30 le sirene dei pescherecci hanno suonato all’unisono in segno di protesta.

«Lo strascico in Liguria – si legge in una nota stampa della Allenanza delle Cooperative – nel segmento di flotta più rappresentativo (ovvero superiore a 12 metri di lunghezza), oltre ad effettuare un fermo obbligatorio continuativo di 30 giorni passerà ad effettuare nel 2021 altre 37 giornate di fermo aggiuntivo, nel 2020 erano 21 e nel 2019 erano 18.cAlle imbarcazioni invece che pescano con gli ami (cosiddetti palangari) è stata preclusa la possibilità di catturare in via accidentale il tonno che e stato vietato riducendo del 70% le catture rispetto al 2021».

Spiegano i pescatori «Le lampare non trovano personale da imbarcare perché i giovani non vedono in questo settore nessuna prospettiva. Con cieca ostinazione la Commissione Europea si accanisce contro la pesca quando è sempre più evidente che la tutela del mare e delle sue risorse non può che passare per un approccio eco sistemico e la lotta ad ogni forma di inquinamento, certo più difficile da combattere. Il Regolamento per la gestione delle risorse demersali per il Mediterraneo Occidentale ha di fatto fissato al 40° la riduzione dell’attività di pesca entro il 2024».

Gli appartenenti all’Alleanza delle Cooperative non si dicono disposti a «Subire ulteriormente la persecuzione ideologica perpetrata ai danni della pesca italiana dalla Commissione Europea e richiama l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e delle forze politiche e sociali sulla necessità di salvarla dalla sicura estinzione. Dobbiamo tutti evitare che la domanda nazionale venga soddisfatta dalle sole importazioni, per salvare migliaia di imprese e i posti di lavoro di chi esce ogni giorno per portare il pesce italiano sulle nostre tavole».

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