La missiva

Crisi acquedotto del Roja, i sindaci dell’Intemelio scrivono al Prefetto

Problemi ad acqua potabile e timore effetti su balneazione

fiume roja

Ventimiglia. “La Tempesta Alex del mese di ottobre 2020 ha colpito i territori della Val Roya ( sia lato Italia che Francia) in modo molto pesante con conseguenze e problematiche che ancora oggi in buona parte non sono state risolte”. Inizia così la lettera scritta dai sindaci di Ventimiglia, Airole e Olivetta San Michele al Prefetto Alberto Intini.

“Ci riferiamo in particolare alla drammatica situazione delle condizioni ambientali del fiume Roya, importante bacino acquifero che fornisce, grazie ai pozzi di captazione posti a Ventimiglia, acqua potabile da Nizza ad Andora – si legge -. Come già riferito in altre occasioni, siamo, a causa di uno strato melmoso che si è formato in modo naturale e che impedisce al fiume di penetrare dalla superficie al sub alveo, al limite di una emergenza idrica per impossibilità a mungere acqua in profondità”.

“Le società italiane e francesi responsabili della gestione dei pozzi sono in continuo lavoro, ma le previsioni non sono ottimistiche e lo scenario futuro potrebbe essere poco roseo con rischi sanitari seri per le nostre popolazioni. Oltre a questo fenomeno “naturale” che ha stravolto la normale vita del fiume Roya, dal mese di ottobre non abbiamo più avuto una qualità dell’acqua del fiume in parametri che si possano definire ‘normali. Il colore dell’acqua è visibilmente torbida e aumenta sempre più la preoccupazione dei cittadini e degli operatori economici Da ricerche effettuate abbiamo constatato che la causa di tale inquinamento ha origine dalle attività di movimento terra in corso nell’alveo del fiume nei territori a nord di Olivetta San Michele, posti in Francia, interventi necessari per rimettere in sicurezza la viabilità stradale compromessa dalla Tempesta Alex e dello smantellamento di diversi argini . Oltre al materiale di risulta che infanga l’acqua , si sono verificati trasporti di diverse salme provenienti da camposanti francesi, di numerose auto danneggiate e di una quantità inestimabile di tonnellate e tonnellate di macerie, detriti e materiale ligneo e ferroso. Queste enormi montagne sono andate a depositarsi a valle dei territori francesi, distribuendosi sia sul preesistente letto del fiume sia lunga le sponde del Roya nei territori di Olivetta San Michele, Airole e Ventimiglia e naturalmente lungo i sette km di spiaggia della città di Ventimiglia, da levante a ponente. Al momento attuale numeroso materiale, comprese le carcasse di alcune autovetture, sono rimaste lungo le pareti del fiume, con un impatto ambientale terribile”.

“Il materiale depositato in spiaggia è stato selezionato, raccolto e portato separatamente nelle discariche autorizzate, il tutto a totale carico ed onere del Comune di Ventimiglia, punto di raccolta a sud di tutto cio’ che arriva dalle montagne e dai territori posti a nord”.

“Per quanto invece attiene il materiale depositato nei comuni di Olivetta San Michele ed Airole – aggiungono – Non è stato ancora previsto dalle autorità preposte alcun tipo di intervento che sarebbe invece indispensabile e urgente sia per la tutela ambientale sia per scongiurare altri eventi catastrofici In caso di piogge intense in quanto il letto/alveo del fiume risulta più alto rispetto alla quota pre/tempesta di circa 1,5/2 metri per tutto il suo corso da monte a valle (foce del roya)”.

“I danni alle strutture, agli immobili ed alle infrastrutture pubbliche sono state riparate per quanto attiene il territorio comunale di Ventimiglia direttamente dallo stesso con ristori dal Governo Nazionale minimi rispetto all’entità dei danni subiti. Purtroppo quelli subiti dagli operatori economici non sono stati ancora assolutamente presi in considerazione, per cui molti hanno dovuto chiudere le proprie attività per mancanza di fondi e altri accedere a prestiti bancari per sopravvivere. Ma oggi la più grossa preoccupazione, visto l’inizio della stagione balneare, riguarda la qualità dell’acqua del fiume sia per l’approvvigionamento idrico dei pozzi di Porre sia per il possibile conseguente inquinamento del nostro mare, che si presenta con un’acqua anch’essa di colore torbido (beige), difficilmente balneabile . Questo fenomeno sta creando un allarme sociale di alta gravità, con grosse preoccupazioni degli operatori del settore balneare che iniziano a ricevere disdette da clienti che si rifiutano di entrare in acqua e fare il bagno, da numerosi cittadini che frequentano le nostre bellissime spiagge libere e dagli operatori turistici che temono le immediate disdette dei possibili turisti, informati di una potenziale dichiarazione di stato di emergenza e divieto di balneazione. Noi scriventi primi cittadini delle tre località turistiche, siamo rimasti sino ad oggi fiduciosi e pazienti sulla possibilità che i lavori in Francia andassero a terminare prima dell’inizio della stagione balneare, che fossero risolti i problemi di ripristino dei collettori fognari e che non scaricassero più nell’alveo del fiume Roya, ma alla luce del fatti sopra esposti non possiamo più permetterci di restare inerti e attendere un “bon gest” dei colleghi francesi . Viviamo ormai quotidianamente nel terrore di dover essere costretti ad emettere un divieto di balneazione in piena estate, una razionalizzazione dell’acqua potabile o addirittura l’interruzione del pubblico servizio. A ciò seguirebbe la dichiarazione di uno stato di calamità sanitario, ambientale ed economico con conseguenze catastrofiche anche in termini sociali e di sicurezza . Alla luce di questa funesta possibilità Le chiediamo un suo pronto intervento presso le autorità competenti francesi affinché si possano risolvere celermente le riparazioni degli impianti di depurazione con il conseguente ripristino degli stessi nei territori francesi al fine di poter eliminare i riversamenti fognari nel fiume Roya”.

“La tensione nei nostri territori è molto alta – concludono i sindaci – I cittadini, numerose associazioni di categoria delle imprese del co e del turismo, numerosi imprenditori si sono rivolti a noi per manifestare la propria preoccupazione per un fenomeno che dura ormai da troppi mesi e rischia di far esplodere una rivolta incontenibile dei cittadini . La particolare situazione che vede coinvolto uno stato estero, ci ha permesso di rivolgersi a Lei come rappresentante dello Stato Italiano, per una tutela ambientale, sanitaria e socio-economica delle nostre imprese e delle nostre comunità”.

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