Il caso

Chiesa di Diano Arentino chiusa da 5 anni per problemi di sicurezza, i parrocchiani: «Situazione surreale»

«Dopo circa un anno è stata confermata la disponibilità della CEI a sovvenzionare i lavori di ristrutturazione, ma ad oggi chiesa continua a essere chiusa e nessun problema di sicurezza è stato risolto»

diano arentino

Diano Arentino. «La comunità di Diano Arentino, piccolo borgo della vallata dianese, vive ormai da 5 anni senza la chiesa parrocchiale. Chiusa per problemi di sicurezza, dopo circa un anno dalla chiusura è stata confermata la disponibilità della CEI a sovvenzionare i lavori di ristrutturazione, ma ad oggi dopo 4 anni, la chiesa continua a essere chiusa e, cosa ancora più grave, nessun problema di sicurezza è stato risolto.

«Viviamo in una situazione surreale – dichiarano esasperati i parrocchiani – , abbiamo due cappelle da usare per le messe domenicali, ma se ci fosse bisogno di celebrare un funerale, come è successo, dovremmo spostarci a Diano Castello per accogliere le persone care.

La chiesa parrocchiale è in centro al paese e vanta un imponente campanile da cui rischiano di cadere i pilastrini, estremamente instabili, finendo sulla strada comunale o sul tetto delle case limitrofe. Quando il nostro parroco, don Pablo Aloy, ci ha detto che i finanziamenti erano stati stanziati non ci sembrava vero. Erano già due anni che celebravamo la messa della Santa Patrona in piazza. Ma dopo un primo periodo di lavori all’interno della chiesa, non abbiamo più visto nessuno. Abbiamo intuito che i ritardi fossero legati al problema Covid, ma abbiamo appurato che altrove i lavori vanno avanti. Non chiediamo di approcciare subito i lavori interni che ci possano rendere la nostra chiesa, ma almeno la messa in sicurezza: entrava acqua dal tetto, non osiamo immaginare come sia la situazione adesso dopo così tanto tempo.

Pare che i problemi in realtà siano solo da un rallentamento delle procedure burocratiche e amministrative, ma da ormai troppo tempo una comunità vive senza la sua chiesa e, tra l’altro, in uno stato di abbandono che non premia l’occhio né degli abitanti né tantomeno dei turisti che girano per le nostre vallate. Siamo stanchi e demotivati, sapevamo che per finire i lavori anche noi avremmo dovuto autotassarci, ma a questo punto ci chiediamo a che pro? Se gran parte dei fondi sono già stati stanziati ma poi i lavori essenziali non vengono fatti, che senso avrebbe? Siamo un piccolo paese, è vero, ma crediamo di avere la stessa dignità dei centri più grandi e la chiesa, da sempre, non è nei paesi solo un luogo di culto, ma anche e soprattutto un centro di aggregazione comunitaria che infatti qui si sta perdendo».

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