Il commento

Berio: «Autostrada e sanità nemici pubblici di Sanremo, servono azioni forti»

L'intervento del presidente di Sanremo On

riviera24 - roberto berio

Sanremo. «Dopo la drammatica emergenza Covid, peraltro non ancora conclusa, l’imprenditoria sanremese e più in generale rivierasca si è rimboccata le maniche, ha investito di nuovo e ha ricominciato a proporre la propria offerta di qualità al turismo, che forse è bene ricordarlo sempre è il pilastro portante dell’economia locale e non solo. A fronte di resistenza, sacrifici e capacità imprenditoriale privata non c’è stata invece parallela risposta pubblica, in particolare in due settori fondamentali per il turismo, ovvero collegamenti e servizi. E allora il primo nemico pubblico di Sanremo, lo sapete tutti ormai, è l’Autostrada. Cantieri a raffica, spesso deserti, code interminabili e chiusure improvvise assomigliano ormai ad un girone dantesco dell’inferno: bisognerebbe dare una medaglia a piemontesi e lombardi (clienti storici) che ancora arrivano a Sanremo dopo ore estenuanti di macchina. Ma il tempo delle lamentele è finito. E non servono più neppure roboanti annunci. Servono azioni forti e decise con i sindaci della provincia, tutti i sindaci, pronti ad una mobilitazione concreta. E che nessuna si nasconda dietro il tema sicurezza, che doveva essere affrontato già anni fa e che in molti cantieri nulla c’entra» – dice Roberto Berio, presidente di Sanremo On.

«Se l’Autostrada rischia di fare danni incalcolabili, anche una sanità che non soddisfa le esigenze dei cittadini e che rischia di andare in tilt con il turismo estivo non è da meno. Sono stato testimone ieri di un lungo pomeriggio davanti al pronto soccorso. E sì davanti! Perché i parenti o gli accompagnatori degli ammalati sono costretti ad attendere notizie in mezzo alla strada, sotto il sole, senza possibilità di usufruire dei servizi igienici, per ore, ore, ore. Perché i tempi sono biblici. E non è responsabilità di infermieri, gentilissimi, o medici ma di una organizzazione e di numeri che non tornano. Un signore che aveva avuto una crisi epilettica ed era svenuto è rimasto cinque ore in attesa su una carrozzella fuori dal pronto soccorso e alla fine, esausto, se n’è andato via.  Un’altra signora in attesa di essere visitata è rimasta anche lei fuori per ore sdraiata in macchina. E a chi è “entrato” non è andata meglio in materia di attesa. Un paziente oncologico con forti dolori alla schiena ha dovuto aspettare ben sette ore prima di essere visitato. Ma siamo a Sanremo o dove? E pensate che siamo nel mese di giugno: cosa succederà ad agosto? Sarà follia pura? Anche in questo caso necessitano azioni e risposte concrete» – sottolinea Berio.

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