Imperia, senza contributi da sei mesi. La coop “Io sono”: «Non siamo più in grado di dare accoglienza»
«Soltanto noi operatori abbiamo rinunciato a 27mila euro per metterli all’interno dell’associazione»
Imperia. Un sit in per sensibilizzare la Prefettura sulla necessità di erogare le somme dovute per l’accoglienza. E’ quanto richiesto, stamane, dagli operatori della cooperativa di Imperia “Io Sono” che, nel capoluogo di provincia gestisce due case di accoglienza con una ventina di migranti in tutto. Da sei mesi, infatti, la coop non riceve i contributi. Presenti al flash mob, con alcuni cartelli per spiegare il loro disagio, anche alcuni degli ospiti delle strutture. «Sono un ragazzo vulnerabile – si legge in uno dei cartelli esposti – Restare chiuso in casa tutto il giorno a causa della mancanza di pocket money mi causa molto stress, e spesso cado in depressione».
«Siamo qui per chiedere alla Prefettura di liquidarci – dichiara Vanessa Lombardo, responsabile dell’associazione – In quanto c’è tanto ritardo e l’ultimo periodo liquidato risale ad aprile del 2020. Adesso non siamo più in grado di dare ai ragazzi nostri ospiti tutto ciò di cui necessitano. Ovviamente stiamo dando il cibo, ma non possiamo acquistare vestiti nuovi agli ultimi arrivati; dobbiamo effettuare piccoli lavori di manutenzione in casa, che non possiamo sostenere e siamo senza stipendio da sei mesi».
«Gestiamo ventidue persone – spiega – E siamo solo due operatori più i volontari: noi operatori rinunciamo allo stipendio per acquistare loro il cibo e ciò che serve. Soltanto noi operatori abbiamo rinunciato a 27mila euro per metterli all’interno dell’associazione, mentre i volontari ne hanno messi altri 25mila più o meno. Le pratiche sono già state avviate, soltanto che la firma per i pagamenti è molto lenta. Temiamo di arrivare al giorno 16 (maggio, ndr) senza poter pagare i contributi e se il nostro Durc sarà irregolare il ministero non potrà liquidarci. Quindi, diventa come un cane che si morde la coda e non sapremo più come uscirne».
«Ci hanno assicurato che avrebbero effettuato la liquidazione – aggiunge Lombardo – Ma sono insorte varie problematiche. I Durc era già irregolare prima e abbiamo dovuto fare una rateizzazione con Inps, che ha regolarizzato il Durc in ritardo». Motivazione del ritardo? «Un ritardo che hanno un po’ tutte le cooperative. Abbiamo una ventina di ospiti e anche qualche ragazzo vulnerabile con piccoli problemi. Lui, ad esempio (mostra il giovane, ndr) soffre molto di stress per il fatto di non poter avere il pocket money di 2,50 euro giornalieri che diamo a fine mese e che da tre mesi non possiamo dare».