Emergenza migranti a Ventimiglia, centro di accoglienza sì o no? Le risposte della città
Papini (Caritas): «Cronaca di una storia già vista». Confcommercio apre all’ipotesi campo; Scullino domani dal prefetto di Imperia
Ventimiglia. Accampati alla foce del Roja; vicini alla stazione in attesa di salire su un treno per la Francia con la speranza di non essere visti dai gendarmi. In coda, per un pasto caldo alla Caritas o nel piazzale di Roverino al far della sera. Nell’attesa che lo Stato trovi una soluzione, i migranti che raggiungono Ventimiglia vivono in una sorta di “limbo”: abbandonati al loro destino dalle istituzioni, trovano conforto soltanto presso la Caritas diocesana o nei volontari di associazioni soprattutto straniere che tentano di aiutare gli stranieri.
E mentre l’amministrazione comunale, o almeno una parte, apre all’ipotesi di avere nuovamente un centro di prima accoglienza a Ventimiglia, in città cresce il dibattito sull’emergenza che, facendosi sempre più prorompente, aumenta il senso di insicurezza. dei ventimigliesi.
Una città che si è dimostrata sempre accogliente e solidale, Ventimiglia, e che ha pagato, da sempre a caro prezzo, il suo essere frontiera. Soprattutto da sei anni a questa parte, ovvero da quando la Francia, derogando l’accordo di Schengen, ha di fatto alzato un muro al confine, respingendo, quotidianamente, i migranti arrivati dall’Italia: maggiorenni o minorenni che siano.
Proprio per questo, al termine di un vertice tra maggioranza e minoranza, durato oltre due ore, ieri a palazzo è tornata l’ipotesi “campo migranti”. Ad essere favorevoli sono i consiglieri di opposizione ma anche alcune forze di maggioranza, come la lista civica Scullino Sindaco e gli eletti di Forza Italia. «Siamo favorevoli innanzitutto a risolvere i problemi della città di Ventimiglia che questa problematica comporta – dichiara il consigliere Maurizio Rea (Scullino Sindaco) – Siamo favorevoli ad un centro, non un albergo dove si vada a consumare i pasti e dormire, ma qualcosa che possa aiutare a risolvere i problemi dei migranti regolari, che possa usare anche canali istituzionali, e aiutare queste persone a integrarsi e risolvere le loro problematiche».
Dati alla mano, presso lo sportello della Caritas a Roverino, nel solo mese di aprile hanno chiesto aiuto quaranta nuclei familiari, per lo più provenienti da Nigeria e Costa d’Avorio. Mamme e bambini, finché c’è posto, vengono accolti nei locali di via Lascaris, nel centro storico, messi a disposizione dal vescovo Suetta. Ma questo non basta ad affrontare l’enorme problema profughi. Sempre parlando di numeri: 1344 sono le persone che hanno chiesto aiuto alla Caritas, che ha distribuito, sempre nel solo mese di aprile, 1504 pasti caldi. «Ma non è detto che i migranti che si rivolgono a noi siano tutti quelli che ci sono a Ventimiglia», spiega il responsabile Christian Papini, che stima la presenza di circa 300 persone sul territorio cittadino. «Siamo sulle 70 persone al giorno negli ultimi due giorni – dice Papini parlando dei migranti che si rivolgono quotidianamente alla Caritas -. Continuano ad arrivare nuclei familiari. A tutti forniamo consulenza legale, ambulatorio medico e distribuzione di vestiario e coperte, perché dormono fuori».
La situazione attuale riporta alla memoria le drammatiche immagini del 2016, quando alla chiusura di un primo campo di accoglienza nel cuore di Ventimiglia, gli stranieri si riversarono in strada, creando una sorta di tendopoli sotto il cavalcavia di Roverino. Per questo Papini parla di una «cronaca di una morte annunciata». «Sta succedendo quanto accaduto nel 2016, con le persone che si accampano lungo il fiume, in giro per Ventimiglia, in spiaggia – dichiara – Quando i numeri aumenteranno, perché aumenteranno visto che gli sbarchi continuano, poi le persone arriveranno qua e non riusciranno ad attraversare la frontiera: ci troveremo nella stessa situazione».
Anche diversi cittadini sarebbero favorevoli alla riapertura del centro, come Licia: «In questo momento la situazione è pessima – dice – Basterebbe che riaprissero un centro, certamente ci sono voci contrastanti perché anche se lo aprissero, il problema in parte resterebbe, visto che loro andrebbero là per mangiare e dormire e poi si riverserebbero in città, ma almeno non ci sarebbero i bivacchi». Ventimigliese doc, Licia abita nei pressi della stazione: «Dalla finestra della cucina vedo queste mamme, con i bimbi piccoli, sotto il sole o sotto la pioggia – racconta – E poi le donne che vanno… abbiamo lo spettacolo qui davanti», dice parlando di un giro di prostituzione tra migranti. «Il problema della tratta c’è sempre stato: c’era, c’è e continuerà ad esserci se le condizioni sono queste – le fa eco Papini – Ci hanno raccontato, ma non abbiamo conoscenza diretta, che se una donna non ha soldi per pagare il passaggio in Francia, spesso si prostituisce per riuscire a passare la frontiera».
Non tutti, però, sono d’accordo con l’ipotesi campo migranti: «La situazione dei migranti è aberrante – afferma Concetta – Tutti i giardini sono pieni, e guardi quanti ne arrivano. Un centro? Non sono d’accordo, anche perché c’è una legge che non permette l’istituzione di un centro permanente a 10 chilometri dalla frontiera. Si potrebbe fare solo un centro di passaggio, ma che centro di passaggio facciamo se la Francia li rifiuta?».
Ma la maggioranza degli intervistati si dichiara favorevole alla riapertura del centro. «Vista la situazione, con questi migranti sparsi un po’ ovunque senza possibilità di ricevere una minima di accoglienza, io sono favorevole – dice Doriana, commerciante . Visto anche che ci sono molti sbarchi e senz’altro prima o poi, i migranti li vedremo qui da noi. Quindi meglio che ci sia un posto dove accoglierli e dar loro un minimo di umanità».
Preoccupato il presidente di Confcommercio Ventimiglia Dario Trucchi: «Dovrò fare un consiglio direttivo urgente per parlare con i miei consiglieri della strategia da adottare – dichiara – Noi tempo fa avevamo già fatto un incontro con il questore Milone per portare alla sua attenzione la situazione. Lui stesso si era reso disponibile a mantenere l’attenzione alta, ma il problema è che gli episodi continuano e quindi bisogna prendere una decisione concreta. Ora può essere la soluzione fare di nuovo un centro di transito per evitare che ci siano, magari di nuovo, delle situazioni a rischio nella città? Prendiamolo in considerazione». Per quanto riguarda un aumento delle forze dell’ordine in città, Trucchi aggiunge: «Ventimiglia è già molto presidiata dalle forze dell’ordine. Ma, certo, insieme all’istituzione di un centro, possono essere due strategie: chiaro è che qualcosa bisogna fare. Noi daremo il nostro contributo, chiedendo un ulteriore incontro a questore e prefetto, per poi cercare comunque, tutti insieme, la strategia migliore per la loro e per la nostra tutela».
Domani il sindaco Gaetano Scullino sarà a colloquio con il prefetto di Imperia Alberto Intini per portare le istanze della città che amministra e chiedere delle risposte.