Il vertice

Sottosegretario Difesa a Ventimiglia, «Per migranti rete accoglienza». Disponibilità da Pigna e Bordighera fotogallery

Si parla di nuclei familiari, resta problematica uomini soli

Ventimiglia. Ospitare le famiglie migranti e i minori in una rete distribuita sull’intero territorio, per non creare un concentramento di stranieri nella città di confine. E’ la volontà emersa al termine dell’incontro, avvenuto nel palazzo comunale di Ventimiglia, tra il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé (Forza Italia), il prefetto di Imperia Alberto Intini, il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino, il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito e il deputato ventimigliese Flavio Di Muro (Lega).

ACCOGLIENZA 

Nel corso della visita di Mulé, giunto a Ventimiglia per «dare un segno anche fisico della presenza del governo accanto a territori che meritano totale e assoluta attenzione», è emersa la possibilità di ospitare nuclei familiari di migranti in due ex caserme a Pigna, una a Ventimiglia, così come nell’attuale sede distaccata della Protezione civile a Bordighera e, ancora a Ventimiglia, in uno stabile gestito dall’associazione umanitaria “Ancora”. I quattro edifici, oltre ad accogliere famiglie e minori stranieri, saranno aperti anche italiani qualora versino in stato di bisogno.

«Dal punto di vista dell’accoglienza abbiamo discusso con il Prefetto e con i sindaci di un sistema che deve sfuggire alla logica del centro unico, come era il Campo Roja, e si deve invece basare su un sistema diffuso sul territorio che abbia nei vari centri della provincia delle strutture in grado di accogliere nuclei fino a 20 persone ma non di più – ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa  -. Abbiamo già individuato le strutture a Bordighera, Ventimiglia e anche nel comune di Pigna. Sono soltanto le prime strutture che dovranno costituire questa rete capillare sul territorio».  A Ventimiglia, in particolare, sono stati individuati: una ex caserma di frazione Sealza, dove potranno essere ospitati alcuni nuclei famigliari e Villa Catina, stabile gestito dall’Ancora, che sarà destinato ai minori non accompagnati. Due le caserme a Pigna, in val Nervia: Villa Manfredi e Motta, che se ristrutturate potrebbero ospitare altri nuclei famigliari. Mentre a Bordighera è disponibile uno stabile situato vicino alla sede della Croce Rossa, attualmente in uso alla protezione civile.

«In occasione di un incontro avuto nelle scorse settimane con il Prefetto e con gli altri sindaci, il comune di Bordighera ha dato la disponibilità di un fabbricato che si trova vicino all’ospedale, al fianco della Croce Rossa, attualmente occupato in parte dalla Protezione Civile», ha spiegato il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito. «Se ci saranno dei fondi ministeriali, potremo utilizzare per ristrutturarlo e dare ospitalità a due o tre famiglie. E’ chiaro che è necessaria una modifica alla normativa che prevede che l’ospitalità sia data solo ai migranti. Noi abbiamo chiesto che questa disponibilità possa essere utilizzata anche per famiglie bisognose residenti. Nel momento in cui ci daranno l’opportunità di ristrutturare noi procederemo in questa direzione”. “Nel caso, per la Protezione Civile, troveremo idonei spazi in altri locali comunali».

«E’ stata una giornata importante anche perché il sottosegretario Mulé, insieme a onorevole Di Muro, è venuto a visitare la città, concentrandosi su uno degli aspetti più drammatici: l’immigrazione clandestina e la percezione di insicurezza continua che ormai pervade tutta la città», ha detto il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino. «Mulé si è attivato – ha aggiunto – E ci ha assicurato che ci sarà rinforzo per quanto riguarda le forze dell’ordine, soprattutto per quanto riguarda il suo settore, l’esercito. E’ ormai risaputo: abbiamo centinaia e centinaia di persone che girano in città e che trovano difficoltà ad attraversare la frontiera. Il dato importante è che fino a qualche mese fa i respingimenti erano di circa 100 persone al giorno, ora sono scesi a 50/60. Vuol dire che da parte della Francia le frontiere sono sbarrate. Questo è un problema. Le frontiere sono sbarrate, ma gli arrivi continuano. Quindi l’impegno del sottosegretario Mulé è quello di cercare di limitare gli arrivi: si deve sapere che a Ventimiglia non c’è un centro di accoglienza e le frontiere con la Francia sono chiuse. Inutile arrivare qui per poi girare per la città e sperare di attraversare le frontiere».

Sulla possibilità di ospitare migranti a Ventimiglia: «Per quanto riguarda il nostro impegno, abbiamo avuto diversi problemi per quanto riguarda i minori non accompagnati – ha spiegato Scullino – Spesso girano per la città ragazzi minorenni ed è un dovere della pubblica amministrazione cercare di accudirli. Prima ci affidavamo al buon cuore e al grande senso umanitario delle parrocchie che ci hanno sempre aiutato. Adesso abbiamo avuto la disponibilità di Villa Catina dalla cooperativa l’Ancora che mette a disposizione alcune camere. Per questo la giunta in modo unanime ha approvato di chiedere un finanziamento allo Stato per allestire questi locali per accogliere i migranti minorenni». 

La rete di accoglienza sarà spalmata, come detto, su tutto il territorio del distretto socio sanitario Intemelio: «Il prefetto Intini aveva fatto riunione con i sindaci dei 18 comuni del comprensorio per cercare edifici, anche abbandonati, da mettere a disposizione – ha aggiunto Scullino – Il sindaco Ingenito ha dato disponibilità. So che anche Camporosso aveva un piccolo appartamento nel centro storico che sicuramente metterà a disposizione, poi aspettiamo altri colleghi sindaci. Ricordo che c’è la possibilità di ottenere finanziamenti (per la ristrutturazione degli edifici, ndr), ma l’accoglienza non deve essere data solo ai migranti: a loro, ma anche alle famiglie italiane in difficoltà». 

VENTIMIGLIA NON E’ SECONDA LAMPEDUSA

«Si tende a pensare che su Ventimiglia arrivino i migranti di primo approdo, come se fosse una Lampedusa. Ma non è così. Ventimiglia è un punto di transito nel quale i dati ci dicono che circa il 70 per cento degli stranieri fermati è regolare, già in possesso di permesso di soggiorno che li autorizza a circolare», ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, che nel ribadire i continui confronti con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha parlato anche dei flussi migratori. «Il nostro compito è di evitare, che arrivi a Ventimiglia chi non è regolare», ha aggiunto. In questo caso l’onorevole ha ribadito la necessità di istituire un tavolo assieme ai dirigenti della polizia ferroviaria, del questore e di tutte le istituzioni interessate, affinché venga attuato un filtro, in modo da bloccare gli stranieri non regolari già sul treno, in particolare sulle direttrici Roma-Genova e Genova-Ventimiglia. «Un modo di fare prevenzione – ha poi aggiunto – per evitare situazioni, se non proprio di emergenza, sicuramente di grossa pressione. Ci sarà comunque un’altra riunione operativa lunedì prossimo, per dare seguito a una direttiva precisa di filtro dalla capitale fino a Ventimiglia».

Per quanto riguarda il problema dei migranti respinti dalla Francia sul territorio italiano senza l’effettuazione di un tampone che ne attesti la negatività al Covid-19, il sottosegretario ha detto: «I rapporti con la Francia vanno ulteriormente affinati. Già adesso va sottolineato che la nostra polizia collabora con la polizia di stato francese nei controlli alla frontiera. E’ inoltre in definizione, e sarà comunicato a giorni, un protocollo tra i carabinieri e la gendarmerie, che collaboreranno insieme con le pattuglie miste alla frontiera. Da un punto di vista invece diplomatico e anche operativo, solleciterò oggi pomeriggio l’Istituto di Diritto Umanitario di Sanremo a farsi carico di un incontro bilaterale tra tutti gli attori in campo per ulteriormente mettere sul tappeto e risolvere problemi legati al Covid».

FORZE DELL’ORDINE

«Al confine di Ventimiglia sono già operative ulteriori trenta unità della Polizia di Stato: sei appartenenti alla polizia di frontiera, le rimanenti al reparto mobile, in supporto a quelle già presenti. Grazie al loro operato, abbiamo dimezzato i respingimenti dalla Francia, che sono scesi dai circa 100 di metà marzo ai cinquanta di oggi», ha detto Mulè. «Il fatto di avere incentivato e aumentato il contingente fa in modo che i respingimenti siano minori perché arrivano meno persone, i controlli sono a monte e non si interviene nell’emergenza ma prima – ha spiegato – E’ la forma di prevenzione che ci farà avere sui treni che, ad esempio, da Genova arrivano a Ventimiglia, un controllo diretto per fare il filtro, in modo che non arrivino a Ventimiglia i migranti. Questo attraverso un tavolo, istituito dal prefetto di Imperia, che lunedì prossimo unirà tutti gli attori per fare da filtro ed evitare che i migranti arrivino in massa». 

STRADE SICURE

«E’ un’operazione del ministero della Difesa, che impegna dal 2008 migliaia di soldati per compiti di vigilanza e supporto alla pubblica sicurezza. I nostri militari sono impegnati anche in Liguria. Attualmente, su Ventimiglia, abbiamo un contingente operativo di 45 militari, in supporto alle forze dell’ordine e 8.000 in tutta Italia». Mulè ha poi sottolineato che: «Questa operazione subirà una graduale diminuzione, essendo nata per compiti di urgenza, ma la presenza su questo territorio non subirà alcun ridimensionamento».

FRONTALIERI

Sui problemi dei frontalieri: «Quella dei frontalieri per me è un’ossessione – ha detto Mulé – perché è una categoria che è stata bistrattata ed ha diritto di avere delle risposte. Da parlamentare dell’opposizione di Forza Italia ho fatto introdurre un emendamento al decreto approvato e votato a luglio che destinava 6milioni di euro a questa categoria come forma di bonus. Questo bonus non è mai arrivato: adesso che siamo al governo tra le prime cose che ho fatto, è stata quella di telefonare direttamente al ministro del Lavoro Orlando, per sollecitare la definizione di questo procedimento. Il ministro Orlando ha assicurato che da qui a poche settimane quell’emendamento troverà pratica e arriveranno questi benedetti soldi che in maniera colpevole stanno arrivando troppo tardi». E sui sequestri delle auto in uso ai lavoratori frontalieri perché targate Principato di Monaco: «Quello delle targhe è un problema da risolvere, ho parlato di una idiozia o idiosincrasia legislativa che va risolta con una circolare interpretativa che il ministero dell’Interno deve emanare a stretto giro ai compartimenti di polizia stradale per evitare che ci siano quei sequestri e che si debbano pagare 500 euro per un diritto inalienabile della persona che è l’articolo 3 che istituisce il diritto di ogni italiano al lavoro».

RAPPORTI CON L’EGITTO, NONOSTANTE CASI REGENI E ZAKI

«I rapporti vanno mantenuti con tutti i Paesi con i quali il governo italiano deve avere un colloquio fermo restando la volontà assoluta dell’Italia di pretendere, come ha già fatto attraverso gli strumenti della magistratura, la verità e la giustizia su quello che qualcuno ha fatto accadere nei confronti di Giulio Regeni e Patrick Zaki, questioni che impegnano il governo italiano nel pretendere il rispetto dei diritti umani e dei diritti internazionali nei confronti di un cittadino italiano. Di pari passo, così come va per altri Paesi, vi sono questioni come quella legata a rapporti precedenti a quello che è accaduto, questioni che sono definite quindi come da contratto vanno onorate». Lo ha detto il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé in merito alla notizia della vendita all’Egitto della seconda nave militare italiana, la fregata ex Emilio Franchi, alla vigilia della dibattito parlamentare sulla concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki: lo studente dell’università di Bologna e attivista egiziano arrestato nel febbraio 2020 in aeroporto a Il Cairo dove era arrivato per una visita alla famiglia.I capi d’accusa formulati nel mandato d’arresto sono: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo per alcuni post che il giovane avrebbe, secondo l’accusa, pubblicato su Facebook.

 

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