L'omaggio

Festa della Liberazione, il Comune di Vallecrosia celebra il 25 aprile

Sono state deposte le corone d'alloro ai monumenti sul territorio comunale che ricordano i caduti

Vallecrosia. Anche quest’anno l’amministrazione comunale di Vallecrosia ha inteso celebrare il 25 aprile solennemente con la deposizione delle corone d’alloro ai monumenti sul territorio comunale che ricordano i caduti, in particolare quello presso i giardini pubblici di via San Rocco, quello dedicato agli Alpini sito in via Don Bosco, quello dedicato ai Marinai sul lungomare e, sempre sul lungomare, quello dedicato ai Partigiani del Mare. Il cippo posto in omaggio Partigiani vallecrosini fucilati in montagna e alla lapide dedicata ai combattenti in Vallecrosia Alta.

Trattandosi di una giornata, quella di domenica 25 aprile, ancora sottoposta alle rigide restrizioni sugli assembramenti solo una delegazione di amministratori, in rappresentanza della cittadinanza, ha potuto presenziare alla commemorazione ufficiale. La delegazione, guidata dal sindaco Armando Biasi e dal presidente del consiglio comunale Sandrino Anastasio, era composta dal vicesindaco Marilena Piardi, dall’assessore Giuseppe Ierace, dai consiglieri Dennis Perrone, Cristian Quesada, Albana Scarinci, Fabio Perri e Giovanna Simonetta.

Nel corso della giornata privatamente altre persone si sono recate ad omaggiare i Caduti per la Libertà con fiori e pensieri, segno che la ricorrenza è sempre più sentita dalla cittadinanza e dai suoi amministratori, tutti uniti al fine commemorare quanti hanno combattuto per la libertà dell’Italia e per onorarne la memoria.

La scelta di coraggio, fatta da tante persone per garantire alla Patria un avvenire di pace e di democrazia, resta un esempio per tutti noi, specialmente in periodi come questi, in cui il Mondo conosce nuovamente la paura, dove la pandemia e la crisi economica innescata da questa mettono, in tante realtà, anche in discussione i valori democratici.

Il compianto presidente Sandro Pertini amava dire che non c’è democrazia senza libertà e quando le famiglie non hanno da magiare la libertà allora viene a mancare e con essa pure la democrazia.

Quindi oltre ai valori della resistenza mai come quest’anno il pensiero deve pure andare a chi, quotidianamente nella nostra come nelle altre nazioni del Mondo, lavora, soffre e resiste alle conseguenze di questo terribile morbo che corrode pure i valori democratici.

Tornando ai fatti dei primi anni ’40 del secolo scorso bisogna ricordare che fu molto forte il movimento partigiano e della resistenza all’occupazione nell’estremo ponente ligure, in una Provincia che poi si conquistò la Medaglia d’Oro al Valor Militare proprio per la Guerra di Resistenza.

La presenza partigiana in queste zone è stata pure di contrasto all’istituzione, da parte della Repubblica di Salò, del Campo di detenzione per Ebrei in Vallecrosia. Campo istituito presso le ex caserme di Via Rocco il 9 febbraio 1944 , dove ora sorgono i giardini la nuova area di socializzazione. Fu una triste pagina di storia locale inserita in un ancor più triste capitolo chiamato Seconda Guerra Mondiale. Italiani che internavano in un campo di detenzione altri italiani, in una Italia divisa sia fisicamente, perché al nord occupata dai nazisti e al sud dalle forze armate alleate, ma divisa pure ideologicamente e moralmente in una guerra fratricida con violenze e soprusi.

Qualche decina furono gli ebrei che, a seguito delle vergognose Leggi Razziali del 1938 furono internati nel 1944 nel Campo di Vallecrosia, alcuni di questi furono deportati nei campi di concentramento in Germania e non fecero più ritorno.

Il campo di Vallecrosia anche grazie alla resistenza locale, ricordiamo il famoso gruppo sbarchi dei locali partigiani che operava proprio da Vallecrosia, fu chiuso nell’agosto del 1944.

L’amministrazione comunale rendendo onore a tutti i caduti per la libertà, rivolge loro il pensiero deferente e prende il solenne impegno, con tutti i cittadini, di vigilare affinché mai più possa essere messa in pericolo la libertà e quella del nostro paese, perché come scriveva Primo Levi “Chi ignora gli errori della storia è destinato a ripeterli”.

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