La lettera

Coronavirus, Fratelli d’Italia Imperia scrive al premier Draghi: «Individui alternative alle chiusure generalizzate»

«Permetta a chi lavora rispettando le regole e garantisce la sicurezza propria e dei suoi clienti di poter riaprire subito, faccia eseguire controlli e chiuda chi viola le regole, ma garantisca la vita delle aziende serie»

Imperia. La lettera che Fratelli d’Italia Imperia ha scritto e inviato al presidente del Consiglio Mario Draghi:

«Siamo amministratori e dirigenti di Fratelli d’Italia della Provincia di Imperia, ci rivolgiamo a Lei, perché ogni giorno vediamo nel nostro territorio aumentare la disperazione di tanti, troppi, nostri concittadini, commercianti fissi e ambulanti, artigiani, titolari di pubblici esercizi, gestori di palestre, piscine, cinema, piccole società sportive, albergatori, liberi professionisti che operano nel settore del turismo, lavoratori stagionali.

Sono tutti madri e padri di famiglia che non vedono futuro, è da troppi mesi che le loro attività vengono penalizzate nel nome della salute pubblica. Sono stati anche per mesi considerati quasi degli untori, in realtà, tutti quanti siamo consapevoli che la stragrande maggioranza delle loro attività potrebbe operare in sicurezza, non essendo le loro attività luoghi di contagio.

Dopo quattordici mesi di sacrifici continui, con ristori irrisori e tardivi in tanti sono oramai oberati da debiti, avranno anche immense difficoltà a ripartire nel momento, che auspichiamo sia oramai prossimo, in cui verrà loro concesso riaprire avvertiamo forte la grande responsabilità che deriva dall’onere e dall’onore di rappresentare migliaia di persone, con le loro angosce, le loro fatiche, le loro speranze e le loro incertezze.

Non possiamo esimerci dal portare alla Sua attenzione il grido di dolore e preoccupazione che, quotidianamente, si solleva dalle nostre Comunità. Siamo consapevoli che ogni scelta provochi un sacrificio, anche il più costoso e doloroso, ma crediamo anche, che non si possa attendere oltre per cambiare repentinamente direzione.

La esortiamo pertanto, a ribaltare il punto di vista che caratterizza da oltre un anno le scelte del Governo, individuando vie alternative alle chiusure generalizzate. Riteniamo che continuare a ripetere le stesse ricette che non hanno funzionato per contenere la diffusione del virus ma hanno messo in ginocchio migliaia di lavoratori possa condurre ad una crisi sociale davvero
pericolosa.

Nello scorso maggio si erano stabiliti dei protocolli cui attenersi per poter riaprire ed operare in sicurezza, tutti vi si sono dovuti adeguare, facendo anche investimenti cospicui per mascherine di protezione, sanificatori, gel divisori, ma poi, non appena il virus ha ripreso vigore nell’autunno invece di valutare la validità di quei protocolli ed al limite modificarli in parte, si è ritornati al sistema delle chiusure.

Le chiediamo di ripartire da li, da quei protocolli. Permetta a chi lavora rispettando le regole e garantisce la sicurezza propria e dei suoi clienti di poter riaprire subito, faccia eseguire controlli seri e chiuda chi viola le regole, ma garantisca la vita delle aziende serie. Perché si può stare in cinquanta persone su un mezzo pubblico e non si può stare seduti, distanziati, in tavoli da massimo 4 persone, in uno spazio molto maggiore in un ristorante? Perché si può fare la spesa al supermercato e non al banco di un mercato ambulante? Perché si può comprare in un negozio di sport o da un ferramenta e non in un negozio di abbigliamento?

La nostra più grande paura è che, mentre la campagna vaccinale, dopo due mesi di colpevoli ritardi, è finalmente partita in modo serio, e se ne vedranno gli auspicati risultati in tempi relativamente celeri, il quotidiano bollettino con il numero dei contagiati e morti sia sostituito da un nuovo bollettino quotidiano: il bollettino con il numero dei fallimenti e chiusure definitive.

La nostra coesione sociale rischia di entrare fortemente in crisi, abbiamo il sentore che oggi sia già tardi, che tanti, troppi, piccoli imprenditori e lavoratori siano alla disperazione, oltre a permettergli di tornare a lavorare occorre sostenerli e sostenerli seriamente: bloccare il pagamento di mutui, sostenere le spese di affitto e delle utenze obbligatorie di quelle attività che sono state costrette a chiudere o ad operare parzialmente in questi mesi, occorre che lo Stato si faccia garante e conceda finanziamenti celeri a tasso zero e con tempi di restituzione lunghi.

Occorre, a nostro avviso, che si pensi anche a dare dei sostegni psicologici per chi ne ha bisogno, per chi è abituato a vivere grazie al suo lavoro, e a mantenere degnamente la sua famiglia questa situazione di totale incertezza crea inevitabili scompensi che dobbiamo scongiurare. La invitiamo a raccogliere questa sfida, superare definitivamente l’emergenza sanitaria grazie al piano vaccini, concedendo però da subito una prospettiva concreta di lavoro e vita ai nostri cittadini. La ringraziamo per l’attenzione

Gli amministratori comunali e i dirigenti della Provincia di Imperia di Fratelli d’Italia
Luca Lombardi, Antonino Consiglio, Federica Cozza, Raffaello Bastiani, Grazia Longhitano, Giacomo Pallanca, Fabrizio Sorgi, Lorenza Bellini, Paolo Strescino, Massimiliano Iacobucci, Marina Agostino, Sara Serafini, Fabrizio Cravero, Antonio Canessa, Deborah Mognol, Ino Isnardi, Gianni Ascheri, Sergio Alberti, Francesco Bregolin, Alfonso Bruno, Graziano Pedante, Monica Valazza, Fabio Perri».

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