Il caso

Arera bacchetta Amaie per aumenti illegittimi, rischio sanzioni da milioni di euro e restituzioni in bolletta

I fatti risalgono al 2014-2015. Dall'Autorità per l'energia una comunicazione che può sfociare in una multa di 2 milioni di euro per anno

La sede dell'Amaie

Sanremo. Arriva a cinque anni di distanza dalla prima contestazione formale il risultato dell’indagine aperta dall’Arera, autorità nazionale per l’Energia, nei confronti di Amaie Spa, per degli aumenti tariffari delle bollette dell’acqua stabiliti nel 2014-2015. Formalmente si tratta di una “comunicazione di risultanza istruttoria” che sta facendo discutere da giorni negli uffici della società municipale e del Comune proprietario. Nelle righe di questa sorta di accertamento preventivo, l’Arera apre a possibili sanzioni nei confronti di Amaie che potrebbero raggiungere, potenzialmente, cifre nell’ordine dei milioni di euro.

Questo perché tra il 2014 e il 2015, quando a guidare la società c’erano l’ingegner Gianni Rolando e la direttrice generale Angela Ferrari, Amaie aveva fatto scattare l’aumento delle tariffe dell’acqua allo scopo di recuperare risorse necessarie alla tenuta finanziaria del suo bilancio, storicamente gravato da importanti debiti che, ad oggi, pesano per circa 10 milioni di euro.

Contro il procedimento sanzionatorio avviato per problematiche legate alle tariffe dell’acqua, Amaie era ricorsa al Tar, pur continuando ad applicare gli aumenti stabiliti. Arera, con una successiva delibera del giugno 2015, era intervenuta in maniera netta contro Amaie, spiegando con dovizia di particolari che i gestori cessati ex lege, quindi non solo la municipalizzata matuziana, ma anche Amat (Imperia) e Aiga (Ventimiglia), non avrebbero potuto applicare aumenti tariffari in mancanza del passaggio della gestione del servizio idrico integrato dell’ambito provinciale imperiese a Rivieracqua. Un passaggio che si è concretizzato, con enorme fatica, solo nei mesi scorsi.

«Il procedimento contro Amaie iniziato nel 2016, per fatti risalenti al 2014-2015 – spiega il presidente di Amaie Spa Gianluigi Pancotti, avrebbe dovuto concludersi entro 270 giorni. L’esito, invece, è arrivato solo di recente. A distanza di cinque anni, riceviamo notizia, da Arera, che questa istruttoria avrebbe convinto l’Autorità che le motivazioni allora espresse contro Amaie fossero fondate, ipotizzando, in futuro, una sanzione nei confronti dell’azienda, per aumenti tariffari illegittimi.

Come Cda – continua Pancotti – stiamo valutando insieme ai nostri legali tutte le azioni possibili per difenderci da questa posizione che non è ancora a livello di una sentenza. Qualora dovesse arrivare una sanzione, potremmo potenzialmente essere chiamati a riconoscere allo Stato cifre che al momento la società non ha da parte, con l’assurdità che per cinque anni – il tempo dell’istruttoria in discussione – si sono continuate ad applicare le tariffe discusse e oggi Amaie non è più nemmeno titolare della bollettazione dell’acqua. Senza contare che potremmo essere chiamati anche a restituire la quota della tariffa illegittimamente richiesta agli utenti».

Sul caso sono intervenuti anche i consiglieri Andrea Artioli (Liguria Popolare) e Daniele Ventimiglia (Lega) che annunciano un intervento nel consiglio comunale di domani: «Massimo sostegno alla partecipata del Comune con l’augurio che il CdA possa chiarire la situazione con l’Autoritá, situazione che trae origine peraltro da precedenti amministrazioni, senza che la società e quindi il Comune di Sanremo abbiano a patirne danno».

leggi anche
sede amaie maps
Il caso
Sanremo, aumenti dell’acqua illegittimi. «Gli utenti Amaie hanno diritto al rimborso»
commenta