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“Insieme per il wedding”, il settore protesta a Sanremo: «Vogliamo data certa per ripartire e aiuti concreti»

«Manifestazione rappresentativa di tutti gli imprenditori del comparto al fine di ottenere risposte concrete alle indefettibili richieste di aiuto»

Matrimonio generica

Sanremo. Il 26 marzo dalle 10 alle 13 in piazza Colombo e in trenta piazze italiane si terrà la manifestazione dei wedding planner, in collaborazione con Confesercenti, con l’intento di sostenere la richiesta di una data certa di ripartenza dei matrimoni.

Le delegazioni, con Francesca Coppola referente per Sanremo, saranno presenti nelle città di Ascoli Piceno, Asti, Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Caserta, Catania, Cosenza, Cuneo, Genova, Lecce, Milano, Milazzo (ME), Napoli, Nuoro, Padova, Palermo (in richiesta), Pescara, Pistoia, Roma, Salerno, Sanremo, Sassari, Taranto, Trieste, Udine, Venezia, Vicenza, Viterbo (solo se non zona rossa). In queste città migliaia di operatori raccogliendo l’appello del comitato promotore e uniti dallo slogan “Insieme per il wedding” sostengono l’iniziativa e rivendicano le legittime misure di aiuto del comparto richiamato.

«Si tratta di una manifestazione scevra da connotazioni partitiche e rappresentativa di tutti gli imprenditori del comparto (oltre che degli sposi stessi) al fine di ottenere risposte concrete alle indefettibili richieste di aiuto.

Perché le crociere sì e i matrimoni no? Perché si sta uccidendo il comparto e la filiera del matrimonio italiano? Perché non stabilire il numero degli invitati in proporzione alla capienza ed estensione delle strutture ricettive come suggerito nei nostri protocolli? In questi protocolli, inoltre, si prevede anche la necessità di effettuare un tampone nelle 48 ore precedenti la cerimonia, tampone da estendere a tutti gli ospiti con il conseguente azzeramento di qualsiasi rischio. Il comparto non accetta più di restare in “silenzio”. Le nostre aziende erano sane prima di tutte queste discutibili restrizioni.

Anche gli aiuti ricevuti e quelli previsti dal decreto legge n°41 del 22 marzo scorso sono da considerarsi assolutamente insufficienti. Su questo chiediamo un correttivo: qualche migliaio di euro non possono compensare oltre un anno di crisi! Siamo qui tutti insieme per dire basta! Vogliamo una data certa per ripartire e aiuti concreti da determinarsi in proporzione alle effettive perdite di fatturato su base annua 2020/2021; tutto questo per rilanciare un settore che era in crescita nel periodo pre-Covid e che ora è distrutto. Migliaia di aziende sono ora in liquidazione o prossime al fallimento in un crescendo che certamente proseguirà nei prossimi mesi se non verrà fornita un’immediata data di ripartenza.

Il fatturato del comparto dipende da una lunga programmazione che viene svolta in previsione di una data, mancando la quale avremo come risultato certo quello di andare incontro a un ulteriore anno di fatturato a “0 euro”, con conseguenze ancora più drammatiche rispetto al 2020 e fallimento di tutta la filiera. Il nostro è un urlo di allarme di tutto il comparto che grida aiuto: “Insieme per il wedding”.

Dati che rivelano l’importanza del comparto: 90.000 aziende e partite iva; 1.000.000 di lavoratori regolarmente assunti e 150.000 lavoratori stagionali; 83% di occupazione femminile; 60 miliardi di giro d’affari complessivo tra indotto primario e indotto complessivo; 183.000 spose iscritte su piattaforma on line accreditata che stanno attendendo una data certa e continuano a procrastinare; calo di fatturato medio del comparto intorno all’85%; Calo matrimoni nel 2020 è stato di circa 80% per i matrimoni religiosi (dati istat del 18 febbraio 2021); Il comparto wedding/cerimonie/event è uno dei pochi che supporta il prodotto Made in Italy e dunque il manifatturiero italiano.

«Aziende e fatturati sani che devono solo ripartire. Tutti insieme a conferma di una protesta pacifica e di un simbolo del wedding e delle sue indimenticabili emozioni». 

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