L'avventura

Incidente in A10, Ibrahimović racconta i dettagli del rocambolesco viaggio verso Sanremo

Si è fatto accompagnare da un motociclista

Riviera24- ibrahimović

Sanremo. «Ieri è stata una giornata incredibile» – dice Zlatan Ibrahimović, che ieri sera è salito con un ritardo di oltre tre ore sul palco dell’Ariston, durante la terza serata del Festival di Sanremo, visto che era rimasto bloccato in coda in autostrada a causa di un grave incidente stradale.

«Sono andato a fare allenamento e trattamento per il Milan e poi siamo partiti per Sanremo, tutto era sotto controllo. C’era tanto tempo è così ho studiato un po’ per la serata – racconta l’attaccante del Milan – Poi inizia tutto, siamo rimasti fermi per tre ore in macchina per un incidente, un po’ di stress mi è arrivato perché ho detto: “Ama senza di Ibra non c’è la fa”. Il tempo passa, in totale sono rimasto sette ore in questo pulmino, mi hanno chiamato tutti, davo risposte tutto in negativo» – racconta l’attaccante del Milan.

«Fuori dalla macchina trovo un motociclista – dichiara – Mi dicevo “nessuno mi crede”, di solito non uso la piattaforma per la mia vita privata, perché penso che la vita privata è privata e il lavoro di un professionista è dover dividere le cose, però mi sono detto “faccio questo filmato sennò nessuno mi crede e poi nessuno deve sapere, solo il mio autista e mio il mio uomo a destra sapevano, perché se succede qualcosa in autostrada deve uscire un’altra storia”. Allora nessuno sapeva. C’era un Gps su di me, il mio uomo a destra mi seguiva, così in caso questa persona mi portava da un’altra parte sapeva dove ero». 

«Partiamo ma ho notato che non guidava bene e così gli ho detto: “Fammi guidare, che andiamo più veloce che non ho paura e tu non hai responsabilità”. “No, no, Ibra guido io”, mi ha risposto – svela – Arriviamo, ero in ritardo perché dovevo uscire prima sul palco, e mi ha detto: “Ibra posso fare una foto”. “No”, ho detto, “perché dovevo entrare, mi dispiace. C’è Amadeus che mi aspetta, devo entrare, però aspetta qua che arriva il mio uomo e ci pensa lui a te”. “No, no, devo andare a casa”, mi ha risposto. Poi mi fa: “Ti devo dire una cosa, è la prima volta che sono andato in autostrada”. Io lo guardo, ero sotto stress, e gli ho detto: “Non ti preoccupare, hai fatto un buon lavoro”» – afferma raccontando il suo rocambolesco viaggio verso il Teatro Ariston.

«Entro, avevo gli occhi rossi perché faceva troppo freddo, le mani mi tremavano un po’ e sono stati tutti bravi nel Festival, l’entourage mi ha detto: “Calmati, vai nella tua camera, prendi tempo e rilassati”. Mi hanno dato extra tempo per calmarmi, perché avevo troppa adrenalina, poi uscire sul palco e spiegare la storia, sembrava un film» – svela.

«Poi quando salgo sul palco, non è il mio mondo, è tutto nuovo per me, sono me stesso. Sento un grande onore, anche per Ama per avermi, ma mi sento bene, mi sembra che ho giocato nella stessa squadra con Amadeus da vent’anni, perché mi fa stare bene, mi fa sentire tranquillo, poi non mi chiede niente, mi dice solo “Divertiti”. Sono ancora qua. Spero che oggi sia una giornata relax, senza stress e andiamo avanti» – conclude.

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