Il caso

Sanremo, un’offerta per trasformare Villa Angerer in albergo. Ponente Ambiente Cultura: «E’ una svendita»

Proposta al Comune di un imprenditore del territorio

villa angerer mercede sanremo

Sanremo. C’è una trattativa in corso per l’affidamento in concessione di Villa Angerer. Il 29 gennaio scorso era scaduto il termine previsto dall’ultima manifestazione di interesse rivolta ai privati, lanciata da Palazzo Bellevue dopo una serie di tentativi andati a vuoto: canone di partenza 35 mila euro all’anno. A presentare una proposta sarebbe stato – secondo indiscrezioni – un imprenditore alberghiero della zona che avrebbe prospettato al municipio la realizzazione di una struttura alberghiera di super lusso.

A poche ore dalla notizia, a schierarsi contro la scelta di valorizzare economicamente la villa che fu prima residenza della famiglia Calvino a Sanremo di ritorno da Cuba, è l’associazione Ponente Ambiente Cultura che per bocca dell’ex assessore alla Cultura Daniela Cassini e della presidente di Pac Elga Bianchi Cova attacca: «Anche considerando il carico per il concessionario dei  lavori di adeguamento da effettuarsi nel caso di trasformazione in albergo, si tratta pur sempre di una operazione commerciale di notevole interesse per il privato, considerato il limitato importo del canone concessorio rispetto ai prezzi di mercato (circa 3 mila euro mensili in una zona prestigiosa accanto al Casinò, alla Chiesa Russa e al Corso Imperatrice, prospiciente il mare) a fronte della collocazione di offerta alberghiera di lusso, trattandosi di immobile di pregio, di interesse architettonico-culturale. 

Il rischio è di una sostanziale “svendita”, una volontà e una scelta che non condividiamo, in quanto riteniamo che il patrimonio storico pubblico sia da tutelare come bene comune, da recuperare in un quadro programmato e virtuoso di riutilizzo pubblico, come è successo a Sanremo per il Forte di Santa Tecla e Palazzo Nota resi fruibili per la collettività e per un’offerta turistica di qualità in un circuito ancora da sviluppare con i canali pubblici. Villa Angerer rappresenta “quanto di meglio possa offrire Sanremo” nel periodo tra fine Ottocento e inizio Novecento che si stava aprendo all’Art Nouveau: dall’architettura, alla pittura, alle decorazioni, ai ferri battuti, ai marmi intagliati, legni intagliati, mosaici, le ceramiche, i vetri, affreschi, alle testimonianze da tutto il mondo portate dal proprietario austriaco, avvocato viaggiatore, bibliofilo, botanico Leopold Angerer.

Daniela Cassini

La cornice del Parco – continuano Cova e Cassini – è altrettanto preziosa, un giardino centenario, a cui si giunge dall’interno attraverso uno scalone di marmo e ringhiere in ferro lavorato, un vero e fantastico labirinto con grotte, caverne, torrette, statue, ricco di rare piante esotiche, che ospitò una serra sperimentale curata da Mario Calvino, illustre botanico padre di Italo, che qui abitò con la famiglia in arrivo da Cuba  prima di acquistare Villa Meridiana. La Villa Angerer fu acquistata negli anni ‘80 dal Comune, nella delibera di acquisto se ne prevedeva l’utilizzo come sede prestigiosa per un  museo del Festival, del Liberty o del gioco d’azzardo, considerate attrattive specifiche per la città e l’intero Ponente.

Dopo anni di abbandono e con l’interesse del professor Paolo Portoghesi,  la Villa è stata oggetto di imponenti e qualificati lavori di restauro durante l’amministrazione Borea negli anni 2004-2008, rimasto da completare. Vogliamo ancora citare come conclusione il prezioso e fondamentale volume “Sanremo Liberty” da cui sono tratte le informazioni precedenti: “…Era forse un po’ troppo bello per essere vero. La giunta Borea cadde, il commissario prefettizio fermò i lavori, i fondi furono prima bloccati poi destinati ad altre opere, lasciando solo vaghe speranze di ripristino completo e fondati timori d’alienazione.” Profetico? Seguiremo gli sviluppi con estrema attenzione, la città deve sapere. Tutto il nostro Ponente è un territorio conosciuto per le bellezze naturali, paesaggistiche e per le testimonianze storiche architettoniche della grande storia e delle comunità internazionali, che ne fanno un esempio invidiabile se valorizzate appieno in ambito turistico-culturale, con una visione per  un nuova immagine e un nuovo impulso alla tradizione turistica del nostro territorio, particolarmente necessari in un momento di grave crisi», conclude Ponente Ambiente Cultura.

La soluzione prospettata dal privato a Palazzo Bellevue – come ricordano da Pac – è divenuta possibile dopo che la sovrintendenza ai Beni Culturali aveva accolto l’istanza dell’amministrazione comunale di “sbloccare” la destinazione d’uso per rendere l’affidamento più appetibile sul mercato. Per via dei vincoli ministeriali, tuttavia, la villa non potrà comunque subire modifiche strutturali. Da qui l’idea di un imprenditore di creare qualcosa di extra lusso a due passi dal Casinò, di facile approdo per i giocatori più facoltosi. Villa Angerer è tra i gioielli architettonici della Città dei Fiori. Dopo anni di abbandono, poi parzialmente ristrutturata, attende da tempo di tornare a splendere.

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