Il caso

Imperia, accusato di essere falso invalido: dopo otto anni giustizia per Oscar Capossela. Cassazione conferma assoluzione

Denunciato da tre donne agli inquirenti hanno dichiarato di averlo visto camminare

oscar Capossela

Imperia. Vittima di un grave incidente stradale che lo lasciò sulla sedia a rotelle, vittima delle dichiarazioni – ora considerate definitivamente inattendibili – di tre donne che lo avevano accusato di essere un falso invalido. Dopo otto anni dalle prime accuse, e a quattro anni da quando venne dichiarato colpevole in primo grado dal Tribunale di Imperia, Oscar Capossela, 47 anni di Bordighera, è stato assolto da tutte le accuse a suo carico in secondo grado di giudizio a Genova, con sentenza ora confermata dalla Suprema Corte di Cassazione.

La storia di Capossela inizia nel 2005 quando, in sella al proprio scooter mentre si sta recando al lavoro viene investito da un’auto pirata. Un incidente che, come dimostrato dalla documentazione sanitaria prodotta, gli provoca una paraplegia agli arti inferiori. L’uomo viene riconosciuto vittima di infortunio sul lavoro.

Passano gli anni ed è il 2012 quando tre donne lo denunciano, dichiarando di averlo visto in piedi in alcune occasioni in compagnia del figlio, all’epoca un ragazzino: testimonianze ritenute attendibili dagli inquirenti. Scatta un’inchiesta, coordinata dalla Procura e affidata alla Guardia di Finanza. A Copossela vengono contestate sia la dinamica dell’incidente stradale, ricondotta a caduta accidentale, sia lo stato di invalidità. All’uomo, accusato di aver frodato l’Inail, vengono sequestrati un appartamento e i conti correnti. Il processo di primo grado termina con una condanna comminatagli dal giudice del tribuna di Imperia nel giugno 2016: 2 anni e 6 mesi di carcere per falso e truffa. Un’accusa gravissima.
Oscar Capossela non si arrende e, difeso da un pool di avvocati di Sanremo e Genova, fa ricorso in Appello. E vince. Nel 2019, infatti, arriva l’assoluzione con la seguente motivazione: le testimonianze prodotte dall’accusa non sono credibili mentre i certificati medici confermano lo stato di invalidità Sentenza confermata, a fine 2020, dalla Cassazione.

«Dopo 4 anni di lunghissimo calvario (da quando, nel 2016 è stato condannato in primo grado, ndr) che non auguro a nessuno, mi ritengo molto soddisfatto perché ho sempre creduto nella giustizia – dichiara Oscar Capossela -. La vicenda che mi ha colpito a livello processuale è stata veramente drammatica, ma soprattutto personale, come uomo e anche come disabile, e ad onor del vero, ho trovato grande differenza, sia umana che di accanimento, nel rappresentati della Giustizia della pubblica accusa».

Aggiunge Capossela: «Ho cambiato difesa dopo il primo grado, nominando l’avvocato Maria Montemagno del foro di Genova che con moltissima umanità, grinta e professionalità è riuscita a ridarmi la fiducia che avevo quasi perso nella Giustizia. Ho riposto in lei sin da subito massima fiducia, perché ha creduto nella mia causa così da poter tecnicamente battagliare in Corte D’Appello a Genova, dove abbiamo ottenuto l’assoluzione con formula piena perchè perché il fatto non sussiste, l’esclusione del risarcimento del danno, richiesto dalla parte civile, e il dissequestro immediato dei beni che mi avevano ingiustamente sequestrato preventivamente. L’avvocato Maria Montemagno mi ha seguito anche in Corte di Cassazione a Roma, ottenendo l’assoluzione in formula piena perchè il fatto non sussiste. Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi hanno supportato e sopportato in questo lunghissimo calvario. Ringrazio in particolar modo tutti i miei carissimi amici che mi hanno donato il loro affetto e sostegno. Ringrazio anche coloro che mi hanno fatto del male, perché da loro ho avuto la consapevolezza e la forza in più di combattere per me e per chi al posto mio non ce l’avrebbe mai fatta, perché sappiatelo sempre, il bene sconfiggerà sempre il male».

«Un ringraziamento speciale va a mio figlio e a mia madre – conclude il 47enne – Che hanno sempre donato la loro serenità e il loro sorriso anche in questo lunghissimo calvario. Oggi mia mamma, osservandomi dal Paradiso, sono sicuro che sarà fiera di me. Un forza e coraggio a tutti coloro che in questo momento di terribile pandemia, stanno soffrendo per loro e per i loro cari».

Oggi Oscar è tornato in possesso del proprio appartamento e dei conti correnti, ma resta il dolore, incancellabile, delle ingiustizie subite in otto lunghissimi anni.

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