Il punto

Coronavirus, Toti: «Zona di Ventimiglia la più colpita, ma nessun intervento finché la pressione sugli ospedali resta stabile»

Il virus non molla la presa sull'estremo Ponente

Giovanni Toti

Genova. «I dati sono buoni, si conferma il fatto che le varianti pur presenti nel nostro territorio non stanno incidendo in modo particolare, sta incidendo forse la campagna di vaccinazione, sono più di 100mila i vaccini fatti finora. Anche oggi i nostri laboratori hanno lavorato a pieno ritmo: 3981 tamponi molecolari e 2.760 tamponi antigenici effettuati. La provincia di Imperia è la più esposta perché è vicina al confine e alla Costa Azzurra, molto colpite al momento, stiamo perciò vaccinando tutti i frontalieri e stiamo cercando di approfondire con il ministro Di Maio la possibilità di maggiori controlli per rallentare la presenza di stranieri nel nostro paese. Sono infatti 81 i nuovi positivi nella provincia di Imperia, la zona di Ventimiglia è la più colpita. Non sono ancora intervenuto con un’ordinanza restrittiva al momento perché la pressione negli ospedali si sta mantenendo tutto sommato stabile, oggi in lieve decrescita. Aspettiamo di conoscere il quadro del governo Draghi per evitare di essere superati da decisioni nazionali. Sono meno 19 gli ospedalizzati oggi e 53 le persone in terapia intensiva. Sono purtroppo dieci i decessi in Liguria. Anche oggi siamo andati avanti con la campagna, abbiamo fatto 1320 vaccini» – dice il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti facendo il punto della situazione Covid.

«Lungo pomeriggio di riunione oggi con i colleghi presidenti delle Regioni, la prima da quando si è insediato Draghi che dovremo incontrare tra una settimana, per elaborare le nostre proposte al nuovo Governo in vista del rinnovo delle norme Covid. Ci siamo confrontati molto» – dice il governatore ligure dopo la riunione della Conferenza delle Regioni – Abbiamo deciso di chiedere l’aumento della campagna di vaccinazione, che il Governo si impegni a trovare vaccini, per allargare la platea dei cittadini vaccinati; di rivedere alcuni parametri di valutazione del rischio, riteniamo che si possano cambiare in meglio, ad esempio dall’Rt sintomi all’Rt ospedalizzazioni, che tiene conto dei letti occupati negli ospedali; che la cabina di regia si riunisca a metà settimana e di anticipare la comunicazione del cambio di zona che non può arrivare a ridosso del passaggio stesso, in modo da consentire ai cittadini di programmare la propria vita e di ragionare sulla reale incidenza del rischio di alcune attività. Secondo noi si sono chiuse attività che potevano restare aperte, come ad esempio sport, palestre e piscine, spettacolo, e pensiamo di poter consentire ai ristoranti di scegliere se aprire a pranzo o a cena, per dare a tutti l’opportunità di lavorare. Infine chiediamo di regolamentare i passaggi di colore non solo su base regionale, ma soprattutto comunale, intercomunale o provinciale in modo da isolare le situazioni di rischio e le varianti dove è necessario e per far continuare a vivere una zona dove c’è meno virus.

Abbiamo una decina di giorni per rivedere queste regole. Nessuno sa quale effettivamente sarà l’impatto delle varianti, ma chiudiamo comunque tutto per evitare che escano altre varianti, bisogna invece avere la giusta prudenza senza spargere pessimismo: chiudiamo dove è necessario e apriamo dove possiamo, speriamo che Draghi dia un giusto equilibrio tra il diritto alla salute e al lavoro, sennò si rischia che questa non sia più vita. Intanto pian piano che vacciniamo calano i morti e anche i posti letto occupati in ospedale».

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