Grido di dolore

Coronavirus, l’appello delle palestre dell’Imperiese: «Sono luoghi controllati, si potrebbero riaprire»

Prevista manifestazione a Roma in piazza a Montecitorio

Palestra pesi generica

Imperia. «Le palestre sono luoghi controllati, non hanno causato l’aumento dei contagi, si potrebbero riaprire». E’ l’appello disperato dei gestori delle palestre dell’Imperiese, che hanno dovuto affrontare  spese ingenti per seguire alla lettera tutte le misure previste dai vari protocolli emanati (sanificazioni, pulizia dei locali, installazione di dispenser con gel igienizzanti per la pulizia delle mani, apposita cartellonistica sulle regole di comportamento da seguire, igienizzazione degli attrezzi) ma sono chiuse da mesi.

«Basta veramente poco per aiutarci, basterebbe che ci permettessero di riaprire per poter sostenere tutte le spese e forse potremo farcela. E’ stato un anno duro, praticamente abbiamo lavorato solo tre mesi, quelli estivi, in cui abbiamo lavorato poco. Speriamo in una possibile riapertura, anche se guardando i dati attuali sembra quasi improbabile. Il 5 marzo scade il Dpcm, vedremo cosa deciderà il nuovo governo, anche se non è stato nominato un ministro allo sport, basterebbe scegliere un tecnico competente che sappia come funzionano le cose nel mondo dello sport – dice Davide Raineri, titolare della palestra Mistral a Imperia L’Italia ha deciso di sacrificare lo sport, mentre in altre nazioni le palestre sono aperte e si può sciare. Basterebbe che un sottosegretario tecnico ci desse delle regole precise da seguire e poi ci permettessero di tenere sempre aperto. Finora abbiamo sostenuto tante spese per adeguarci alle norme anti Covid-19, ma alla fine ci hanno costretto a stare chiusi. I contagi sono però aumentati, questo dimostra che non è colpa delle palestre, perciò a mio avviso potrebbero farci riaprire. Inoltre sono arrivati pochi aiuti, solo il 20% e ora è tutto fermo. Draghi ha promesso di non abbandonare il mondo dello sport, ma al momento c’è molta rassegnazione».

Le palestre sono state completamente dimenticate dalle istituzioni. «Dovrebbero permetterci di farci aprire, seguendo tutti i rigidi protocolli previsti a settembre si può benissimo svolgere l’attività sportiva in completa sicurezza. Abbiamo speso migliaia di euro per la sanificazione, la pulizia dei locali, l’installazione di dispenser con gel igienizzanti per la pulizia delle mani, l’igienizzazione degli attrezzi e in cambio abbiamo avuto solo un contributo a fondo perduto che non è bastato neanche a pagare tutte le spese  – afferma David D’Ambrosio di Indomita Sanremo Si potrebbe riaprire mantenendo le distanze e seguendo tutte le norme. Le palestre sono luoghi sicuri e controllati, anche più dei supermercati. Possiamo misurare la temperatura all’entrata, abbiamo un registro delle entrate e delle uscite, che sono contingentate e scaglionate, alla fine di ogni turno mezz’ora è dedicata alla sanificazione, possiamo perciò continuare a fare quello che avevamo iniziato a fare prima della chiusura definitiva. Anche se non c’è ancora nulla di concreto spero che decidano di farci aprire al più presto, soprattutto per gli atleti e i giovani che hanno diritto di allenarsi e mantenersi in forma. E’ ingiusto che solo gli agonisti possono allenarsi. E’ importante che i bambini possano tornare in palestra, vanno a scuola e non hanno la possibilità di sfogarsi, soffrono in casa e non fanno nessuna attività fisica, passano il tempo davanti alla televisione, al computer o al telefono. Non va bene, tutti, ma soprattutto i bambini, devono avere la possibilità di fare sport».

Le palestre sono tra i settori più penalizzati. «Se ci faranno riaprire, la vera stagione sportiva riprenderà a settembre perché ormai l’anno sportivo è quasi giunto al termine, noi lavoriamo nove-dieci mesi all’anno e l’estate è il periodo in cui si lavora meno. La scorsa estate abbiamo lavorato solo il 20% e quando finalmente avevamo raggiunto una specie di normalità ci hanno chiuso. Molte persone avevano già pagato l’abbonamento mensile e non hanno potuto sfruttarlo. Quando riapriremo ovviamente faremo recuperare le quote versate, chi aveva pagato un mese lo recupererà – sottolinea D’Ambrosio Inoltre ci chiediamo se le persone ritorneranno quando potremo riaprire. Dovremo riorganizzarci per ricreare una clientela. E’ una situazione complicata e incerta».

Le palestre sono fondamentali per prevenire fattori di rischio collegati al virus e per diffondere benessere fisico e psicologico. «Nutriamo dubbi su una possibile riapertura a marzo, non abbiamo avuto nessuna garanzia, e in caso decidessero di farci aprire si parlava solo di lezioni individuali, una soluzione altamente limitativa, visto che siamo chiusi da cinque mesi. Il paradosso è che non ci sono stati focolai all’interno delle palestre, come è stato dimostrato da diverse ricerche, hanno purtroppo solo creato allarmismo, nessuno ha indicato un giustificato motivo per cui noi dobbiamo stare chiusi rispetto ad altre attività, basta indicare delle linee guida da seguire e verranno seguite alla lettera come abbiamo fatto finora. Le presenze sono tracciate e alla fine sono sempre le stesse persone che usufruiscono delle palestre, perciò sono luoghi controllabili. Inoltre l’attività fisica crea un miglioramento dello stato psico-fisico, la continua chiusura priva le persone del loro diritto di allenarsi con una persona che possa seguirle in sicurezza, anche perché chi si allena da solo rischia di farsi male – commenta Lorenzo Tornatore, presidente dell’associazione Atlas – Grab&Lift a BordigheraDopo averci costretto ad adattare le palestre ai protocolli e aver costretto la nostra clientela ad abituarsi ai nuovi comportamenti indicati dalle rigide linee guida, le palestre sono state chiuse di nuovo. La situazione non è facile, ci siamo adattati anche a fare a lezioni online o all’aperto, ma non riusciamo a sostenere totalmente le spese per mandare avanti un’attività. Non ci sono arrivati tutti gli aiuti previsti e da dicembre è tutto fermo. Inoltre dal primo lockdown alla seconda chiusura definitiva, molte persone non sono più tornate in palestra, personalmente ho perso il 60 percento degli iscritti. Non capiamo come sia possibile che tutto sia aperto e noi no, nonostante ci sia stato indicato un protocollo molto rigido da seguire. Dopo cinque mesi di chiusura le persone hanno perso l’abitudine e sarà difficile che ritornino subito, perché dovranno riabituarsi e non sarà facile. Qualche manifestazione di protesta c’è stata ma è passata sottotono. Speriamo in un cambiamento».

Alcuni proprietari di palestre scenderanno in piazza per chiedere di poter riaprire in sicurezza, per lamentarsi dell’assenza di aiuti e della mancanza di un ministro allo sport nel nuovo governo Draghi. «Siamo chiusi da cinque mesi e così sabato abbiamo organizzato a piazza Montecitorio a Roma una manifestazione di protesta. Più di 10mila lavoratori sono senza lavoro, la situazione è insostenibile, vogliamo risposte concrete. Inoltre chiederemo che venga nominato un ministro dello sport – dichiara Fabrizio Pertile  dell’A.s.d. Gym Tonic a Camporosso MareLe palestre non sono la causa dei contagi del Covid-19, se a marzo non dovessero farci aprire la maggior parte di noi rischia di chiudere i battenti per sempre. Le palestre sono posti dove le persone possono migliorare la propria salute, rafforzando il sistema immunitario può diminuire il rischio di ammalarsi. Fare attività fisica è perciò essenziale».

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