Ambiente

Nucleare, il governo ha chiesto alla Francia di far partecipare gli italiani alla consultazione sul salvataggio delle vecchie centrali

Molte si trovano non lontane dal confine col nostro territorio, nel Sud della Francia

Nucleare
- Foto d'Archivio

Ventimiglia. Il governo italiano ha chiesto alla Francia di far partecipare i cittadini italiani che vivono al confine con lo stato francese alla consultazione sul nucleare. Nel sud della Francia, e comunque abbastanza vicine al confine italiano, vi sono, per esempio, le centrali nucleari di Bugey, Cruas, Saint-Alban, bocciata nel 2011 dalla Asn per gli aspetti insoddisfacenti riguardanti la reazione ad ipotetiche catastrofi naturali, e Tricastin. 

In Francia, che è la capitale nucleare d’Europa, l’Autorità per la Sicurezza Nucleare (Autorite de Surete Nucleaire – ASN) ha formalizzato l’avvio di una pubblica consultazione, dal 3 dicembre 2020 al 22 gennaio 2021, per prolungare di altri dieci anni l’attività di 32 impianti, i più vecchi ancora in attività nelle 56 centrali nucleari operate da Electricité de France (EDF), che hanno già raggiunto, o raggiungeranno entro il 2030, i quaranta anni di attività operativa. La Francia aveva scelto il nucleare negli anni ’60 come fonte principale per la produzione di elettricità per l’indipendenza energetica e l’assenza di consistenti emissioni in atmosfera.

Secondo la Convenzione di Espoo, adottata nel 1991 e oggetto di successivi emendamenti, i governi devono garantire la possibilità anche ai cittadini degli stati confinanti, che potrebbero essere danneggiati da un progetto, di partecipare a una procedura di consultazione (cosiddetta “consultazione trans-frontaliera”) sulle attività proposte. In concreto, cittadine e cittadini dei paesi confinanti hanno il diritto di potersi esprimere su progetti (pubblici o privati) che potrebbero avviarsi al di là della linea di demarcazione territoriale.

Greenpeace Italia ringrazia quindi il governo, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il sottosegretario Roberto Morassut, per aver accolto l’appello lanciato dall’organizzazione ambientalista e aver inviato una nota ufficiale al governo francese chiedendo di permettere agli italiani di partecipare: «È piuttosto ovvio che cittadine e cittadini italiani siano “parte interessata” in questa consultazione pubblica» – dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia – «Per questo Greenpeace Italia, con una lettera, ha chiesto con urgenza al Ministero dell’Ambiente di attivarsi con la controparte francese per garantire a cittadine e cittadini italiani il diritto di partecipare a una consultazione pubblica che sia “equivalente a quella garantita ai cittadini della Parte di origine”».

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