La guerra dei rubinetti

Imperia, lunedì mattina Amat entra in Rivieracqua. I socialisti: «Chi liquida il socio privato?»

Passaggio epocale, ma resta il nodo del 48 per cento delle quote della partecipata detenute da Ireti

collage amat rivieracqua

Imperia. Si concretizzerà domani mattina con la firma prevista prevista a Palazzo civico, l’ atteso passaggio di Amat in Rivieracqua.

«Dopo anni di interminabili querelle giudiziarie e politiche – scrive in una nota il movimento politico Imperia di tutti, Imperia per tutti –   la notizia, una tappa importante di un cammino, quello verso l’acqua interamente pubblica, non può che essere salutata con favore da chi come noi ha sempre sostenuto la bontà di questo obiettivo. Sia in sede cittadina che provinciale ci siamo sempre battuti, con atti e fatti concreti e non solo a parole, per una gestione pubblica dell’acqua sull’intero territorio provinciale. Una gestione che rispetti l’esito del referendum con cui gli italiani hanno ribadito come un bene così prezioso non possa essere sottratto dalla gestione del pubblico,  una gestione che risulti improntata all’efficienza, che preveda irrimandabili investimenti infrastrutturali e che tuteli e incrementi i profili occupazionali».

«Se la notizia quindi di per se pare buona – sottolineano la coordinatrice Oltiana Dulluku e  capogruppo in consiglio comunale –  abbiamo però l’obbligo di approfondirne i termini che allo stato ci sfuggono in molti aspetti. Vorremmo innanzitutto capire quante risorse economiche si sono rese necessarie per liquidare soci e asset privati (il colosso Ireti detiene il 48 per cento delle quote ndr)  e su chi gravi questo onere: gestore unico o forse i cittadini? E’ inoltre fondamentale poter comprendere se il nuovo corso sarà caratterizzato da una regia pubblica complessiva che preveda importanti investimenti su tutti i rami del ciclo integrato delle acque e che tuteli e incrementi l’occupazione salvaguardando e valorizzando le professionalità acquisite».

«Al di là di facili slogan per vendere il “prodotto” riteniamo che a queste domande si debba rispondere in modo chiaro. Non tanto a noi quanto all’intera comunità cittadina», concludono gli esponenti socialisti.

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