20 dicembre

Ranzo ricorda Agnese Vinai a tre mesi dalla scomparsa

Consegnati ieri al termine della Messa domenicale i proventi della raccolta in sua memoria a Bastapoco Onlus per i malati oncologici del comprensorio

Ranzo. “In ricordo di Agnese, della sua passione per la vita”: è stato questo il filo conduttore della mattinata di ieri, domenica 20 dicembre, a Ranzo; a poco più di tre mesi dalla scomparsa, Agnese Vinai, già sindaco del piccolo centro della Valle Arroscia dal 2004 al 2014, è stata ricordata nella chiesa parrocchiale di San Donato durante la celebrazione domenicale dell’Eucarestia, al termine della quale è stato consegnato a Bastapoco Onlus quanto raccolto in sua memoria per i malati oncologici del comprensorio.

Per Bastapoco erano presenti i volontari Luca Bogliano e Ornella Romagnolo.

«Il giorno del “settimo” di Agnese – raccontano i promotori dell’iniziativa – alcuni di noi hanno pensato che sarebbe stato bello ricordarla con un gesto concreto, che potesse regalare un po’ di sollievo a chi, come i malati oncologici terminali, la vita ormai ha tolto pressocè tutto».

«Agnese era un’innamorata della vita ed era una donna entusiasta e concreta – proseguono – e dovevamo e potevamo fare qualcosa per ricordarla così: ne abbiamo parlato con suo marito Giancarlo, che ci ha messo in contatto con l’associazione Bastapoco Onlus di Albenga, che si occupa di sostegno ed accompagnamento dei malati oncologici terminali del nostro territorio».

«Ieri mattina, a poco più di tre mesi da quando Agnese ci ha lasciato – raccontano ancora i promotori – abbiamo voluto ricordarla nella celebrazione dell’Eucarestia: è stata l’occasione, pur nelle restrizioni e nel rispetto delle regole di cura ed attenzione reciproca che l’emergenza sanitaria ci chiede, per incontrarci, pregare per lei ed insieme a lei e, quale gesto concreto della nostra amicizia e dell’affetto che ci lega ad Agnese, abbiamo consegnato quanto abbiamo raccolto nelle scorse settimane a Bastapoco, che lo utilizzerà per l’acquisto di materassini antidecubito e per il supporto psicologico ai malati e alle loro famiglie».

«E’ stata un’iniziativa nata dalla spontaneità del sentirci famiglia- concludono i promotori- è stato un modo per rendere fecondo il dolore che abbiamo sperimentato per la perdita di Agnese, per far sì che questa nostra ferita diventasse feritoia attraversata dalla luce di un po’ di amore, che è quanto abbiamo ricevuto da Agnese e che, nel ricordarla, abbiamo sentito la necessità di condividerlo e moltiplicarlo con chi è in difficoltà»

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