L'intervento

Porto turistico di Imperia, Antonello Ranise: «Non prendiamo lezioni da chi è sempre stato contrario allo scalo»

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porto turistico imperia

Imperia. «La vicenda relativa al Porto turistico parte da lontano e ha vissuto momenti drammatici che tutto conosciamo. Giusto non dimenticare, giusto evitare di commettere errori fatti in passato (chi ha sbagliato se ne assuma la responsabilità, ma sappiamo anche come sono finiti i processi…). Ora è il momento di voltare pagina e di ripartire: ciò che importa è la visione del futuro e il compimento di un progetto che sembrava irrimediabilmente fallito. Non è il momento di rivangare il passato, ma non è nemmeno il momento di prendere lezioni da chi non le può dare, da chi è sempre stato contrario al Porto Turistico e più in generale ha sempre osteggiato lo sviluppo turistico della città, con una visione miope e autolesionista, privilegiando un’impostazione ideologica superata, a una serena valutazione dei fatti.

Venendo ad oggi e ai fatti concreti, solo nel giungo 2019 è potuto iniziare il percorso di incameramento da parte del Demanio di tutte le opere realizzate per il nuovo porto turistico. Ricordo che la concessione alla Porto di Imperia decadde nel dicembre 2014. Alla Porto Imperia spa subentrò la Go Imperia il 19 luglio 2014. Dal 2015 al 2019 non c’erano i presupposti per l’ incameramento delle suddette opere, a causa del lungo e travagliato iter giudiziario a tutti tristemente noto. La concessione fu infine definitivamente dichiarata decaduta nella primavera del 2019 dal Consiglio di Stato. Complessivamente, si badi bene, tra i diversi gradi di giudizio (e le definitive assoluzioni), contenziosi vari, ricorsi, polemiche, impasse, si sono persi dieci anni, anni in cui peraltro il mercato “tirava” molto di più e la situazione economico – finanziaria era molto più favorevole.

Posto quanto detto, il successivo iter si è articolato in due momenti: l’incameramento delle opere già completate dalla Porto di Imperia, e l’ incameramento delle opere non ancora completate dalla stessa. Ad oggi, ottobre 2020, tutte le opere sono state incamerate, con l’assegnazione alle stesse di un determinato valore. Per inciso, devo sottolineare il grande lavoro fatto da Go Imperia, se si pensa che era sconosciuto persino il numero dei posti barca venduti, così come quello dei relativi contratti. La Go Imperia, secondo quanto previsto, verserà nelle casse del Comune 2 milioni di euro all’ anno come canone concessorio; a ciò andrà ad aggiungersi un gettito di Imu e Tari di 1,4 milioni di euro.

Si tratta ora di arrivare al rilascio di una nuova concessione demaniale marittima pluridecennale, la cui durata è legata all’entità dei costi per il completamento del Porto (per cui si fa riferimento al Piano Economico Finanziario). Tutta questa procedura dovrà quindi essere valutata dalla Regione, che valuta la congruità del Piano Economico Finanziario. Se ci sono aspetti da rivedere o problematiche da approfondire, è giusto e corretto che ciò venga fatto. Il dato oggettivo è che il porto sarà gestito da Go Imperia, società in “house providing”, ovvero totalmente partecipata dal Comune.

Questo comporta:

1) che la società è pubblica, come a chiare lettere indicato e auspicato nel nostro programma elettorale. Il Comune può quindi attingere ai ricavi, ovvero agli utili della società.

2) che una società pubblica appartiene alla città, ed è a tutti gli effetti un bene della città e dei cittadini.

In riferimento ai posti barca, aggiungo infine che i proprietari dei posti barca decaduti, gravemente penalizzati dalle note vicende, è auspicabile che possano riacquistare i posti barca ad un prezzo congelato (50% di sconto), con pagamento dilazionato nel tempo. Ulteriori valutazioni ne stabiliranno la sostenibilità e la liceità. Sarà una partita difficile da giocare e da difendere nelle sedi opportune» – dichiara Antonello Ranise parlando del porto turistico.

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