La storia

Imperia, il giovane ristoratore Matteo Giannattasio: «Questa chiusura mi ammazza, farò debiti ma tengo duro»

Locale aperto da poche settimane in piena pandemia, per il pranzo di Natale i coperti erano tutti prenotati

Imperia. «Ieri sera il Governo ci ha fatto il regalo di chiuderci, dopo che un mese e mezzo fa circa avevano detto che ci chiudiamo per salvare il Natale. Per l’ennesima volta ci hanno raccontato una stupidaggine, ci hanno chiuso creandoci un danno non indifferente, perché, comunque, chiudere un ristorante durante le vacanze di Natale, è un danno, non perché si voglia guadagnare in questo periodo, ma perché si vuole sopravvivere».

Il giovane Matteo Giannattasio, da pochi giorni, con molto entusiasmo, (lui la definisce «follia» dato il momento) aveva aperto il suo locale alla Foce di Porto Maurizio, chiamandolo, appunto, “La Foce, non solo vino“.

Ieri sera il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha confermato quanto si stava delineando, tutta Italia in zona rossa durante le festività, quindi, locali chiusi e addio pranzi e cene di Natale e Capodanno. «Il danno sarà di tanti zeri che sommati uno all’altro, mi portano un sacco di debiti. Avendo aperto una attività ex novo in un periodo così difficile parto con degli zeri sulle spalle e dandomi questa mazzata di chiudermi a Natale, mi ammazzano letteralmente. Cercherò di non chiudere, farò dei debiti, ma prima o poi lo Stato dovrà rendere conto a tutta la categoria», sottolinea Giannattasio.

«Tra l’altro -conclude – Matteo Giannattasio – sono un milite della Croce Rossa di Imperia di cui mio padre è il presidente, sappiamo bene cosa vuol dire la pandemia, ma nel mio locale, proprio per questo motivo, le misure di prevenzione sono rispettate alla lettera, non possiamo certo permetterci di sbagliare».

(foto e video Christian Flammia) 

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