L'allarme

Zona arancione, Coldiretti Liguria: «Invasione di cinghiali, estendere possibilità di cacciare anche fuori dal proprio comune»

«Bene la nota di Regione Liguria che specifica la possibilità di continuare l’attività venatoria però, le limitazione agli spostamenti rischiano di avere ripercussioni importanti sul contenimento delle specie invasive»

cinghiali

Imperia. «Occorre fermare l’escalation di incursioni e danni da parte dei cinghiali che purtroppo continuano a minare la tenuta ambientale e sociale, mettendo inoltre a rischio la sicurezza stradale oltre a quella degli animali stessi, a causa dell’incontrollata proliferazione».

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in riferimento all’entrata della Liguria nella cosiddetta zona arancione, che permette il proseguo dell’attività venatoria ma solo nel proprio comune di residenza. Oltre a mettere a rischio la sicurezza sulle strade e intorno alle abitazioni, gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli e sterminano gli animali allevati, ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina.

Un pericolo denunciato recentemente dalla stessa virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio “effetto domino” se la peste suina, malattia molto contagiosa per i suini e cinghiali ma non trasmissibile all’uomo, passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati.

«Bene la nota di Regione Liguria che specifica la possibilità di continuare l’attività venatoria però, le limitazione agli spostamenti al proprio comune di residenza rischiano di avere ripercussioni importanti sul contenimento delle specie invasive, la difesa dell’agricoltura e la sicurezza delle persone. – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – Per le strade e nelle città non è una novità imbattersi in questo genere di animali, che scorrazzano indisturbati partendo proprio dal capoluogo regionale.

In campagna da ponente a levante, ingenti continuano ad essere i danni, partendo dalle colture che vengono completamente distrutte dal passaggio degli animali, mentre appezzamenti di terreno vengono scavati e solcati in modo irrimediabile, muretti a secco danneggiati e in alcuni casi rasi al suolo, boschi devastati, strade consortili e mulattiere rese impercorribili, pericolo di spiacevoli incontri nei giardini pubblici, sui sentieri dell’entroterra e sulle strade carrozzabili. È fondamentale quindi cercare in tutti i modi di arginare il problema prima che sia troppo tardi.

Oltre al periodo venatorio classico, come Coldiretti abbiamo avanzato alcune proposte, a nostro avviso necessarie per trovare una soluzione, e ribadiamo l’importanza di portare avanti la sperimentazione per la sterilizzazione temporanea degli animali, controllare eventuali attività illegali circa l’immissione di questi esemplari, rivedere il sistema di contenimento selettivo, incentivare l’uso delle gabbie di cattura, semplificare le norme vigente in materia di autodifesa del suolo; incentivare la pulizia e la coltivazione dei terreni incolti, veri e propri polmoni di accrescimento».

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