Imperia. Tre imperiesi sono finiti nei guai nell’ambito dell’operazione “Scarface” diretta dalla procura di Brescia con il coordinamento della procura nazionale antimafia e condotta dai carabinieri che ha portato all’emissione di 21 provvedimenti di custodia cautelare tra Lombardia, Piemonte e Ligura, e al sequestro di denaro per 25 milioni di euro, di ville, di cui una a Poggi sulle colline di Porto Maurizio e appartamenti anche nel capoluogo.
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Si tratta di Francesco Mura e del padre, Mario, entrambi finiti in carcere, quest’ultimo residente a San Bartolomeo al Mare e Alessandro Cissello, 27 anni per il quale è scattato l’obbligo di dimora nell’abitazione di Imperia.
Tutti gli indagati sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di “associazione per delinquere” finalizzata al “trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti”, con l’aggravante – per alcuni – di aver tenuto la condotta “al fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose”.
I soldi sarebbero il ricavato proveniente da trasmissioni televisive specializzate nella previsione dei numeri del lotto, con l’aggravante di aver agevolato l’attività della ‘Ndrangheta.
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