Il caso

Imperia a un bivio, ciclabile o acquedotto. Nell’appello a Toti il sindaco Scajola attacca il commissario Ato Gaia Checcucci

Già buttati 5 mesi sui tempi di conclusione dell'opera

Cantiere pista ciclabile Imperia, il sopralluogo del sindaco Claudio Scajola

Imperia. Nell’attesa di risolvere la questione se far passare o meno il nuovo tubo dell’acquedotto sotto la ciclabile in fase di costruzione  (risparmio per la collettività 3 milioni di euro) sono  già stati letteralmente persi 5 mesi sui tempi previsti per la conclusione dei lavori dell’attesa ciclopedanole.

«Il rischio -dice da tempo il sindaco Claudio Scajola  –  è che, a ciclabile conclusa, si debba letteralmente sconvolgere il centro cittadino per far compiere al tubo un percorso diverso quando, invece, si potrebbe approfittare del cantiere aperto». Secondo il cronoprogramma che prevede 9 mesi dalla consegna all’impresa dell’ultimo tratto la ciclabile doveva essere pronta a marzo 2021.

Considerazioni che non sembrano, però, interessare affatto il commissario dell’Ato idrico provinciale Gaia Checcucci nominata dal presidente della Regione Giovanni Toti.  A rallentare il realizzarsi del sogno di imperiesi e turisti, infatti, ci sono ragioni burocratiche: la Checcucci, sostiene che Amat non possa realizzare la condotta in quanto gestore cessato.

Ecco, dunque,  quanto ha scritto l’ex ministro nell’ultimo lettera-appello a Toti: «La Città di Imperia, attraverso la propria partecipata Amat, aveva elaborato un proprio progetto di estensione, che sarebbe stato finanziato dal socio privato Ireti, a fronte di una garanzia di ristoro dell’investimento nel tempo da parte del soggetto gestore del sistema idrico provinciale. Tale ipotesi, che avrebbe permesso una realizzazione dell’opera in tempi celerissimi, non ha potuto concretizzarsi a causa del diniego da parte del Commissario ad acta per le funzioni di governo dell’Ato che ha ritenuto che suddetto intervento non potesse essere realizzato dalla nostra partecipata in quanto gestore cessato. Ho pertanto più volte sollecitato alla dottoressa Gaia Checcucci, l’ultima volta in un incontro in Prefettura svoltosi in data 17 settembre scorso, risposte certe e urgenti sul soggetto competente, le risorse e i tempi di realizzazione dell’acquedotto nel tratto Borgo Prino – Lungomare Vespucci, in quanto lo stesso interferisce con i lavori, già in corso, per la realizzazione della pista ciclo-pedonale. Con rammarico devo constatare che al momento non sono pervenute le risposte attese».

Nella lettera inviata ad aprile, Scajola aveva scritto: «In base al decreto di nomina, il Commissario avrebbe dovuto anzitutto verificare l’efficacia della forma di gestione del servizio e la capacità del gestore designato ad attuare gli investimenti previsti nel Piano d’Ambito e resisi necessari alla luce delle sopravvenute necessità di intervento. Il Commissario ha, invece, preferito adottare un decreto che conferma l’attuale forma di gestione in house in capo a Rivieracqua».

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