Il reportage

Ventimiglia, il lockdown francese condanna il mercato: la disperazione degli ambulanti fotogallery

Gli incassi scendono quasi a zero, «ma i canoni di concessione continuiamo a pagarli»

Ventimiglia. «Senza francesi il mercato di Ventimiglia è inutile». A dirlo sono i commercianti ambulanti che dopo la batosta del primo lockdown della scorsa primavera in Italia, che li ha penalizzati più di altre categorie di lavoratori, l’esondazione del fiume Roja e le nuove restrizioni legate all’emergenza sanitaria per il Covid-19, ora si trovano a fare i conti con il “confinamento” imposto dal presidente francese Emmanuel Macron ai propri connazionali. Il risultato è un mercato del venerdì semi-deserto.

 «Il mercato senza francesi per quanto ci riguarda è un lockdown indotto da altri – spiega Roberto Benassi, presidente provinciale Anva Confesercenti -. Noi siamo di fatto in lockdown pur non essendoci, in quanto senza clientela francese per noi vuol dire essere chiusi, con la differenza che spendiamo per venire qui e per pagare le varie concessioni e tasse comunali». Il rischio, per i commercianti ambulanti, è quello di restare fuori dagli aiuti elargiti dallo Stato per chi deve chiudere o limitare la propria attività, «ma se continuerà come questa mattina noi di fatto saremo delle aziende chiuse senza supporti – aggiunge Benassi -. Capisco che non è colpa di nessuno, di certo non lo è delle nostre istituzioni, la Francia fa la sua strada. Vediamo però cosa succede: è chiaro che se il periodo si dovesse allungare troppo, rischiamo di non riaprire più quando la Francia sistemerà i problemi legati al Coronavirus».

«Ero fiducioso per l’annuncio che le frontiere sarebbero rimaste aperte – spiega Pino Piccolo (Anva Confesercenti) -, Ma sembra che i francesi non possano spostarsi più di tot chilometri dalla loro residenza: il risultato è che possono venire solo quelli che vivono vicino alla frontiera. Dopo tutti i problemi che abbiamo avuto, questo è un bel danno».

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