Il caso

Sanremo, a Casa Serena si naviga a vista: dipendenti infuriati, il direttore va in pensione ma continua a lavorare

Il direttore sanitario a settembre rassegna le dimissioni poi le ritira. Mancano le segretarie, pratiche affidate a una ex dipendente

riviera24 - Privatizzazione Casa Serena

Sanremo. Lo storico direttore di Casa Serena è in pensione da febbraio ma continua a lavorare, su mandato del Comune a titolo gratuito, sobbarcandosi volontariamente la gestione della residenza protetta municipale in questa delicata emergenza covid. Il direttore sanitario, invece, a settembre rassegna le dimissioni, poi le ritira per ragioni sconosciute. Nel mezzo, nove dipendenti comunali sono al limite della disperazione per via delle incertezze legate al proprio futuro e dovute principalmente al tentativo di vendita della residenza per anziani di Poggio.

E’ un quadro particolare che si potrebbe definire vicino allo sbando quello in cui si è venuto a trovare l’ospizio comunale. Messe all’asta la struttura e l’azienda sanitaria dalla giunta Biancheri-bis – allo scopo di fare cassa per investire i proventi in opere pubbliche di fondamentale importanza per la città – la gestione di Casa Serena sta diventando una missione impossibile. Ad aggravare la situazione si è aggiunto il trasferimento delle tre istruttrici amministrative (le segretarie) che hanno trovato un posto in Regione, presso gli uffici del Lavoro.

E così che una ex dipendente di Casa Serena, trasferita in tempo utile dalla struttura negli uffici di Palazzo Bellevue prima che venisse dichiarata la messa in vendita, ora si trova dall’ufficio Scuole a dover dare una mano agli ex colleghi, rimasti senza qualcuno che sappia gestire la parte amministrativa dell’azienda. I “superstiti” di Poggio che attendono di conoscere il loro destino e di capire se esso sarà con l’ente locale che li aveva assunti o sotto un nuovo gestore privato, si dicono fortemente affranti di una situazione che li starebbe – parole loro – “facendo ammalare”. I nove: un magazziniere, un elettricista, quattro guardiani, due animatrici e la capo degli Oss, attendono di capire se una ricollocazione in altri enti pubblici ci sarà anche per loro oltre che per le più fortunate colleghe.

L’unica gioia per tutti è data dal fatto che nonostante ciò, il bene degli ospiti viene ancora garantito, anche se non mancano gli episodi di forniture che vengono meno all’improvviso perché non c’è personale a sufficienza. Le attività continuano in un contesto di apparente normalità grazie all’impegno degli operatori, siano essi dipendenti del Comune o delle cooperative. A proposito, a fine mese sono in scadenza la maggior parte dei contratti con le coop che forniscono i servizi essenziali. Data la situazione, gli uffici comunali sarebbero già pronti a prorogarli. A Casa Serena la navigazione procede, a vista.

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