Riflessione

Ventimiglia, Sansa su migranti: «Modello migliore è quello tedesco»

«La cosa che ha accumunato i migranti e la gente di Ventimiglia è stata la solitudine»

Ventimiglia. «Ventimiglia ha attraversato un’emergenza straordinaria negli ultimi anni e gli abitanti non sono senz’altro persone poco accoglienti e non attente ai bisogni degli immigrati, però da una parte c’era l’emergenza dei migranti, dall’altra il disagio della popolazione e a livello di Regione e di Governo, parlo degli anni passati, si sono lasciate sole queste categorie di persone che avevano bisogno e questo, ovviamente, ha creato una contrapposizione naturale tra le due parti che non sono certamente ostili l’una nei confronti dell’altra». Lo ha detto il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria Ferruccio Sansa, giunto a Ventimiglia nel tardo pomeriggio per incontrare i rappresentanti di alcune associazioni locali impegnate nel sociale.
Sansa ha detto ai presenti di essere stato più volte a Ventimiglia e in altre zone di confine, per seguire, da giornalista, i migranti che cercavano di recarsi in Francia.

«La cosa che ha accumunato i migranti e la gente di Ventimiglia è stata la solitudine», ha sottolineato Sansa, dicendo che non si riferiva a un governo in particolare. «Ventimiglia è stata dimenticata, è stata considerata lontana, perché è lontana agli occhi del resto dell’Italia – ha detto – E allora, cosa è successo? E’ successo che qui la politica ha fallito. Perché la buona politica è quella che aiuta a trovare una soluzione, non lascia soli i cittadini e non crea una contrapposizione».

Secondo il candidato del centrosinistra in quegli anni di emergenza c’era, in Italia, «la cattiva politica data sostanzialmente dall’approccio della Lega che negava la responsabilità, la solidarietà e non indicava soluzioni vere». Mentre un esempio di “buona politica” era quello del governo tedesco: «Nella gestione dell’immigrazione sono stati più avanti di noi – ha spiegato – Hanno accolto molti più migranti, li hanno inseriti, fatti studiare e hanno saputo coltivare il loro sapere, la loro cultura e li hanno integrati nel loro paese».

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