Il caso

Sanremo, è emergenza medici di base. L’Asl1 cerca una soluzione per i pazienti senza dottore

La prematura scomparsa dei dottori Davoud Ahngari e Luciana Spolentini ha lasciato migliaia di pazienti senza medico di famiglia

Sanremo. E’ emergenza per la mancanza di medici di base nel Ponente ligure e in particolare nella Città dei Fiori. Sono potenzialmente migliaia, infatti, i pazienti che si possono trovare oggi senza un medico di famiglia dell’Asl, un dato che si è consolidato dopo la prematura e improvvisa scomparsa del dottor Davoud Ahngari e della dottoressa Luciana Spolentini.

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Negli ultimi anni sono una decina i professionisti della sanità di base che hanno lasciato il servizio per andare in pensione. Un dato che, sommato al precedente, ha fatto rientrare la provincia di Imperia nelle cosiddette “zone carenti” istituite di anno in anno dalla Regione. Per ovviare a questa dinamica, solo l’arrivo di nuovi medici di base potrebbe risolvere strutturalmente la situazione. Intanto, la direzione dell’Asl1 Imperiese ha chiesto e ottenuto della Regione una deroga al limite massimo di pazienti che può prendere in cura ciascun medico, facendo passare il massimale da 1500 a 1800 pazienti per dottore. Una soluzione temporanea, concessa per sei mesi, che dovrebbe portare una parte di quella grande fetta di pazienti rimasta senza medico di famiglia a trovarne uno nuovo.

La deroga al limite di pazienti per dottore è stata approvata di recente, circa una settimana fa. Motivo per cui è in questi giorni che si sta assistendo a un movimento di cittadini partito alla ricerca di un nuovo medico di famiglia. «La soluzione di aumentare i massimali è assolutamente temporanea e ci è stata autorizzata per sei mesi – spiega il direttore dell’Asl1 Marco Damonte Prioli. Nelle more dell’espletamento di altri concorsi, speriamo che nuovi medici arrivino al più presto. Siamo in una situazione da salti mortali e ce la stiamo mettendo tutta per risolvere i problemi».

Aggiunge Prioli: «Purtroppo la carenza di medici di medicina di base è fattor comune di tante Asl in Italia e la nostra non fa eccezione. Prima i pensionamenti, poi la scomparsa prematura di due stimati professionisti, ci hanno portato a chiedere alla Regione, a fronte di un accordo raggiunto in seno al comitato locale in cui sono rappresentati i sindacati dei medici e l’Asl, una deroga ai massimali per dottore. Deroga che Regione ci ha concesso di recente».

Sempre il direttore Asl1: «Voglio precisare che come Asl ci stiamo muovendo anche nei confronti dei paesi dell’entroterra che vivono maggiormente il problema della carenza di medici di prossimità. L’obiettivo è quello di riuscire a mettere degli ambulatori territoriali con guardie mediche, altra categorie di professionisti che purtroppo scarseggia. Anche questa soluzione sarà temporanea e avrà successo se ci saranno medici disposti a fare turni aggiuntivi».

La situazione di stallo in cui si trova l’Asl1, così come tante altre aziende ospedaliere italiane, è alimentata anche dallo scarso numero di posti di specialità che vengono banditi. Inoltre, i corsi per ottenere la qualifica di medico di base richiedono almeno tre anni per essere conclusi. Nell’Asl1 sono appena partiti ed è facile presumere che per i prossimi anni non sarà dal bacino di chi si è iscritto al corso di specialità per acquisire la qualifica di medico di base che arriveranno i medici che mancano. L’argomento, legato strettamente alla sanità, tema molto sentito in campagna elettorale, è stato di recente riproposto nel corso di un dibattito pubblico da un candidato al consiglio regionale: il dottor Lorenzo Vigo della lista per Sansa presidente.

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