Il caso

Rivieracqua, il presidente Mangiante sul nuovo piano concordatario: «Indennizzi dimezzati per Amat e Aiga»

Per le imprese artigiane previsto un rimborso dei crediti al 70 per cento

Sanremo. «Nell’ultima versione del piano concordatario è prevista una classe specifica per quanto concerne i gestori cessati, quindi Amat e Aiga, che prevede un pagamento da parte nostra in misura del 50% dei valori di indennizzo spettanti a entrambe le società partecipate dai Comuni di Imperia e Ventimiglia, a seguito del conferimento dei loro impianti a Rivieracqua». A dichiararlo è il presidente del Cda del consorzio provinciale nato per gestire il servizio idrico integrato in tutta la provincia Gian Alberto Mangiante.

leggi anche
Generico settembre 2020
Acqua pubblica
Rivieracqua, dai sindaci un ultimatum a sé stessi: «Per salvare la società non c’è più tempo»

Lo scenario, così come rappresentato nell’assemblea dei sindaci che si è tenuta questa mattina a Palazzo Bellevue, prevede che alle due società partecipate rispettivamente dal Comune di Imperia e di Ventimiglia venga riconosciuto “solo” la metà del valore di indennizzo attualmente stimato (ma in corso di ulteriore revisione). Si parla quindi di circa 8 milioni e 452 mila euro per Amat, da versare in quattro anni a partire dal 2022 e di 1 milione e 66 mila euro per Aiga, sempre con la formula del pagamento rateizzato in quattro anni a partire dal 2022.

Tra le righe della memoria depositata da Mangiante al tribunale di Imperia lo scorso 30 giugno, si legge che sarebbe possibile arrivare a una percentuale di “soddisfazione del debito” che Rivieracqua ha nei confronti di Amat fino al’82%, ma solo nel caso in cui i Comuni di Imperia e Ventimiglia acconsentano a cedere i rispettivi crediti vantati nei confronti delle loro stesse società partecipate a Rivieracqua, ottenendone in cambio, al momento dell’omologa del concordato, un pari ammontare valore in azioni del gestore unico.

In sostanza Rivieracqua – nel caso imperiese – accollandosi la bellezza di quasi 9 milioni di euro che Amat deve al Comune di Imperia, vedrebbe soddisfatto il suo indebitamento nei confronti della stessa Amat fino all’82% del valore di indennizzo, dovendo riconoscere a Amat, quindi, circa 6 milioni invece che gli oltre 8 dell’ipotesi al 50%. Stesso discorso, con le dovute proporzioni, varrebbe anche per Aiga.

Entrambe le soluzioni recepiscono le valutazioni fatte in primis dal neo commissario della Provincia Gaia Checcucci che da subito, una volta nominata dal governatore Toti per risolvere la questione idrica a Ponente, aveva dichiarato come i valori di indennizzo per Amat e Aiga fossero da riqualificare al ribasso. Dall’ultima versione del piano concordatario è stata anche stralciato l’acquisto della sede di Amat da parte di Rivieracqua: un’operazione che valeva due milioni e rotti.

Da non sottovalutare per l’importanza che i fornitori “strategici” di Rivieracqua hanno avuto nel mantenere in vita la società pubblica – imprese artigiane, professionisti etc. – è la quota che il gestore provinciale deve loro: 3,8 milioni. Per le imprese che hanno prestato servizio a debito nei confronti di Rivieacqua è previsto un soddisfacimento nella misura del 70%, in quattro tranches annuali. Si aggiungono, in termini di debiti, quelli con i Comuni soci: le posizioni aperte superano il milione e 191 mila euro. Ancora, ci sono 188 mila euro di debiti nei confronti dei dipendenti stessi di Rivieracqua, 111 mila con gli enti di previdenza sociale, 132 mila con l’Erario.

Questa mattina il bilancio di Rivieracqua fissato al 31 dicembre 2019 è stato approvato con un valore della produzione di circa 17 milioni e una perdita di 2,7 milioni che, come spiega Mangiante, consegue a un accantonamento per rischio sui crediti di oltre 3 milioni di euro: ergo, al netto degli accantonamenti, Rivieracqua avrebbe chiuso quest’anno il bilancio con un risultato positivo per la prima volta dalla costituzione della stessa società.

Sempre stando alle previsioni contenute nell’ultimo aggiornamento del piano concordatario, viene confermata la futura trasformazione della società pubblica in misto pubblico privata, con la ricerca del socio esterno da avviare attraverso una gara europea a doppio oggetto.

leggi anche
Generico settembre 2020
Acqua pubblica
Rivieracqua, dai sindaci un ultimatum a sé stessi: «Per salvare la società non c’è più tempo»
commenta