A villa roseto

Giorgia Meloni a Imperia incontra gli imprenditori: «Lo Stato può distribuire ricchezza ma sono le aziende a crearla» fotogallery

Infrastrutture, detassazione, lotta alla burocrazia i cavalli di battaglia di Fratelli d'Italia in campo economico

Imperia. Il segretario nazionale di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dopo aver passato la mattinata a Sanremo si è trasferita a Imperia, dove, nell’esclusiva Villa Roseto, alle Cascine, insieme ai candidati e ai dirigenti regionali e provinciali del partito ha pranzato insieme ai rappresentanti del mondo del lavoro, in particolare dell’impresa.

«E’ stato un incontro molto proficuo– ha commentato la Melonimi pare che i problemi sollevati siano gli stessi che Fratelli d’Italia ha cercato di sollevare a livello nazionale, di far notare al Governo anche in questa fase di post -Covid che sono i grandi temi della  tassazione, infrastrutture inadeguate e vincoli troppo stringenti che in una fase come questa rischiano di portare alla fine dell’impresa nel nostro Paese, perché lo Stato può ridistribuire la ricchezza ma non la crea, la creano le imprese. La nostra priorità dovrebbe essere quella di lavorare perché queste imprese possano sopravvivere. Tantissime sono state le proposte che Fratelli d’Italia ha fatto in questi mesi, unificazione degli anni fiscali 2109/2020, per consentire di compensare gli utili del 2019 con le perdite del 2020, abbiamo chiesto per dare un contributo a fondo perduto vero alle aziende che chi aveva avuto una contrazione significativa del fatturato potesse trattenere il 50 per cento dell’Iva emessa fino a 100mila euro, che si tornasse indietro rispetto a una serie di vincoli, no al tetto al contento, scontrino elettronico, di alleggerire la burocrazia per queste aziende e di spingere sugli investimenti, 100 miliardi in più spesi in deficit e il minimo storico sugli investimenti, sono soldi dei nostri figli li dobbiamo spendere per fare qualcosa che rimanga anche per i nostri figli e che possa costruire una crescita.  Su questo mi pare che gli imprenditori siano d’accordo».

Paura su prossimo possibile lockdown. Si riuscirà a conciliare salute ed economia? Come? «Questo è stato oggetto delle critiche che abbiamo mosso. Abbiamo per esempio fatto notare che l’Italia non ha 55 miliardi di euro da spendere ogni mese. La sfida non poteva essere quella di concentrarsi unicamente sul sostegno al reddito del lavoratore, cioè la cassa integrazione non può essere l’unica soluzione che dai perché è comunque un messaggio di resa. Abbiamo chiesto per esempio che un imprenditore che poteva accedere alla cassa integrazione e decideva di non farlo avesse un contributo pari all’80 per cento di quanto allo Stato sarebbe costata quella cassa integrazione proprio per lavorare sulla sopravvivenza del nostro settore produttivo. Noi rischiamo un’ecatombe occupazionale, rischiamo che centinaia di migliaia di aziende chiudano. Poi sul tema del lockdown io non ho gli elementi scientifici per valutare i prossimi rischi. Certo quegli elementi li aveva il governo, li ha sempre avuti, come dimostra il documento molto puntuale che fu mandato il 12 febbraio al governo che preannunciava quanto sarebbe accaduto. Il 12 febbraio era il tempo nel quale i negazionisti del virus, Zingaretti e compagnia, stavano lì a prendere gli apertivi a Milano e ci dicevano che l’unico virus era il razzismo e il ministro degli Esteri Di Maio mandava tonnellate di mascherine in Cina. Diciamo che se i negazionisti del virus, cioè Pd e M5s si fossero mossi per tempo, le cose oggi magari andrebbero meglio. Non siamo in grado di valutare perché aspettiamo la pubblicazione di tutti gli atti del Cts che arrivano il 4 settembre dopo che abbiamo dovuto minacciare di portare una mozione in aula come Fratelli d’Italia per chiedere la pubblicazione di atti che devono essere pubblici e che invece il Governo aveva secretato».

Sulla riforma elettorale in senso proporzionale «Anche questo lo considero abbastanza scandaloso. Intanto, mi perdoni, ma non ho capito se in Italia c’è o non c’è un’emergenza Coronavirus. Perché ci hanno chiesto di prorogare uno stato di emergenza, e quindi ci vogliono dire che siamo in uno stato di emergenza, ma allora qualcuno mi deve dire che ci azzecca la legge elettorale. Perché se siamo in emergenza il parlamento non ha tempo da perdere per cercare di costruire un’altra legge elettorale disegnata addosso con le misure ai partiti che la scrivono. Il partito democratico viene oggi a dirci che deve fare una nuova legge elettorale per rimuoverne una ignobile che aveva fatto sempre il Pd, per farci un’altra legge elettorale ignobile sempre fatta dal Pd perché loro sono così: ogni elezione cercano di farsi una legge per governare anche se gli italiani stanno dicendo in tutti i modi possibili e immaginabili che non li vogliono votare e non li vogliono al governo. Mi pare scandaloso il metodo e mi pare scandaloso il merito: ripotare una legge proporzionale in Italia significa una norma salva inciucio. Nella proposta della maggioranza, non solo non ci sono più le alleanze, non c’è l’indicazione del leader, non c’è l’obbligo di depositare il programma, in compenso ci sono ancora le liste bloccate. Quindi, per capirci, gli italiani vanno a votare ma: non votano i parlamentari perché ci sono le liste bloccate, non votano un partito sulla base delle sue alleanze perché non le conoscono, non votano il leader perché non sanno chi è e manco il programma perché non lo vogliono depositare. Che cosa andremo a votare a fare secondo questi signori?».

Regionali in Liguria. «Mi aspetto una crescita di Fratelli d’Italia che possa rendere il nostro movimento ancora più centrale nei prossimi cinque anni di giunta Toti, mi aspetto di vedere riconosciuto il lavoro di concretezza e di coerenza che abbiamo fatto in cinque anni, il fatto che siamo una forza politica che mantiene sempre i propri impegni e ha continuato a parlare dei problemi dei cittadini sempre, che ha cercato soluzioni anche dall’opposizione, che spesso aveva immaginato soluzioni che con il tempo si sono rivelate efficaci. Persone serie che cercano di fare bene il loro lavoro: mi pare che anche l’entusiasmo che stiamo raccogliendo qui in Liguria dica che le premesse sono ottime, poi il resto lo dobbiamo far dire ai liguri».

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