La situazione

Ventimiglia, pienone al mercato del venerdì: impossibile evitare assembramenti fotogallery

Le forze dell'ordine controllano che le persone indossino mascherine, ma il distanziamento è utopia

Ventimiglia. Mantenere il distanziamento sociale per evitare assembramenti e rispettare le normative anti-Covid in alcune aree di svolgimento del mercato ambulante di Ventimiglia è impossibile. Basta addentarsi tra le bancarelle sul lungomare per capire che, dato l’enorme afflusso di persone, non è possibile restare distanti.

Vero è che nell’area mercatale sono presenti agenti della polizia locale e forze dell’ordine che fermano chi non indossa la mascherina e invitano a farlo, ma non basta. Per evitare che ci siano visitatori sprovvisti di dispositivi di protezione individuale (obbligatoria nel percorso del mercato) volontari della protezione civile distribuiscono mascherine.

Una situazione dietro la quale l’amministrazione non si nasconde dietro a un dito: «Indubbiamente l’afflusso di gente c’è e non lo possiamo negare – dichiara il vicesindaco Simone Bertolucci -. Il nostro compito, come istituzioni, è di mantenere il massimo distanziamento sociale possibile, che garantisce la forma minima di prevenzione; quindi abbiamo volontari della protezione civile che distribuiscono mascherine».

«Anche da parte delle persone, ma questo è un mio parere personale – aggiunge Bertolucci – Dovrebbe esserci una sorta di auto prevenzione nel dire: evitiamo tutti assieme gli assembramenti. Ci rendiamo conto che situazioni particolari come quella del mercato del venerdì devono essere attenzionate. Si tratta di un’area molto estesa e difficile, con molte entrate e uscite».

Contingentare gli ingressi? «Era un’opzione, ma ora prevale il concetto di distanziamento sociale per mantenere le distanze. Queste problematiche di grandissimo afflusso si stanno presentando in questi due venerdì di ferragosto, man mano che ci spostiamo a settembre l’afflusso sarà minore».

Colpa degli assembramenti non è dei commercianti ambulanti, che svolgono regolarmente il proprio lavoro. L’area a loro destinata, però, non è chiaramente sufficiente per accogliere un grande afflusso di persone, provenienti soprattutto dalla vicina Francia.

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