Estate e turismo

Vacanze di Ferragosto, gli italiani puntano sui borghi e sul turismo esperienziale: l’indagine di CNA

«Ci sono segnali incoraggianti e diffusi di una ripresa, ma i nostri connazionali hanno ridotto le ferie», dichiara Luciano Vazzano, segretario territoriale CNA Imperia

Imperia. È sui connazionali e su questa ultima parte di estate che si concentrano le speranze e l’offerta degli operatori del turismo. Attività ricettive, ristorazione, trasporto persone e agenzie di viaggio. In una parola: il turismo che in Italia, conta oltre 230mila imprese, di cui 33mila alberghiere, 183mila extra-alberghiere, 17mila mila agenzie di viaggio e tour operator.

«L’industria delle vacanze quest’anno può contare praticamente solo sugli italiani, almeno quelli che possono permettersele: ci sono segnali incoraggianti e diffusi di una ripresa, ma il dato evidenziato da CNA Turismo è che i nostri connazionali hanno ridotto le ferie», dichiara Luciano Vazzano, segretario territoriale CNA Imperia.

«Purtroppo incombe il timore di una ripresa dell’epidemia: chi magari era abituato a veloci spostamenti in aereo, oggi preferisce restare entro i confini, scegliendo un turismo di prossimità per evitare trasferte troppo lunghe, che può offrire davvero tanto, soprattutto in un territorio così variegato come la nostra Liguria».

A Ferragosto e nei giorni del picco vacanziero estivo gli italiani puntano sui borghi, oltre che sulle spiagge e su una miscela fatta di quiete, passeggiate all’aria aperta, eccellenze enogastronomiche, artigianato di qualità, nuove esperienze, tesori d’arte sconosciuti. E proprio i borghi potrebbero rappresentare il punto di forza del turismo italiano nelle prossime settimane e fino all’autunno inoltrato: a rilevarlo una indagine congiunta condotta da CNA Turismo e CNA Agroalimentare tra i propri iscritti su tutto il territorio nazionale.

Sono quasi 6mila i borghi italiani con appeal turistico. La loro forza attrattiva si sprigiona in tutto il territorio nazionale, senza distinzioni tra borghi di montagna, collinari, marittimi. Lo scorso anno hanno registrato oltre 20 milioni di arrivi e 90 milioni di presenze: numeri impossibili da raggiungere nel 2020 a turismo straniero praticamene azzerato. Anche se, ad esempio da Londra, il quotidiano di qualità “The Guardian” ha dedicato toni entusiastici e suggerimenti proprio all’Italia dei borghi.

Si percepiscono intanto incoraggianti e diffusi segnali di ripresa tra i vacanzieri nazionali: prima di tutto per i borghi non troppo distanti dal mare, come quelli dell’immediato entroterra ligure, che attraggono di preferenza quanti già si sono concessi un periodo in spiaggia, magari in uno degli 8 Comuni Bandiere Blu della Provincia di Imperia.

Il borgo, però, non è solo un momento alternativo della vacanza, ma anche una vera e propria destinazione, soprattutto per le esperienze legate all’enogastronomia ed alle tipicità artigianali. L’Italia è il Paese europeo con più prodotti garantiti con un’offerta tutta da gustare: 304 specialità alimentari e 524 vini, dati in continua crescita. In ogni Regione ci sono mediamente oltre 40 denominazioni di qualità che, in unione con i siti culturali e i beni paesaggistici, rendono il territorio del Belpaese unico al mondo. Dalla indagine emerge che tra poco meno del 40 per cento del bilancio familiare e personale dei vacanzieri quest’anno sarà destinato all’alimentazione e all’acquisto di prodotti alimentari e manufatti artigiani: un prezioso valore aggiunto per i territori
coinvolti.

Un altro punto di forza dei borghi che sta emergendo nell’Italia del dopo-lockdown è il turismo esperienziale, vale a dire la ricerca di esperienze creative, innovative e partecipative, una esplosione di manualità venuta fortemente alla ribalta nei mesi del confinamento. Un esempio tra tutti, quello della produzione in proprio di pane. Ora molti turisti approfittano della pausa di agosto per coltivare e migliorare la propria artigianalità, finora fai-da-te. Il viaggiatore si può immergere nella vita del borgo, “sporcandosi” letteralmente le mani nella fabbricazione, a esempio, di prodotti ceramici e nell’ambiente rurale, in questo caso collaborando ad attività di coltivazione, allevamento, trasformazione.

«Il turismo esperienziale è in notevole crescita e rappresenta un modello particolarmente adatto al nostro territorio: è in grado di valorizzare le eccellenze dell’artigianato, artistico ed enogastronomico ed esprimersi con capacità produttive di alta qualità. È necessario però innovare l’offerta – conclude Vazzano -. Lo scenario analizzato da CNA Turismo e CNA Agroalimentare apre spiragli alla speranza, tuttavia è opportuno programmare, soprattutto nel lungo periodo, una offerta integrata: non relegando tutto alle iniziative spontanee, ma con una forte e incisiva attività comunicativa che si possa rivolgere ai turisti italiani e, in prima battuta, anche ai potenziali vacanzieri europei.

È strategico puntare sui giovani che possono diventare “testimonial” attraverso i “social”: un progetto di ampio respiro che si avvalga del valore aggiunto di tour operator, agenzie di viaggio, guide specializzate, soggetti, questi, in grado di dare risalto alle bellezze e alle specialità locali stimolando la nascita di percorsi di gusto, saperi, tradizioni sostenibili e attenti all’ambiente. Un territorio che sappia farsi trovare e scoprire, pronto alla auspicata ripartenza turistica ed alla competizione con la concorrenza più innovativa.”.

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