Le indagini

Omicidio ex orafo sanremese, il killer è un 63enne di Nizza Monferrato fotogallery

Sembra non si conoscessero i suoi rapporti con Amoretti

Sanremo. E’ un 63enne di Nizza Monferrato in Piemonte, Mario Bonturi il sospetto numero uno nell’omicidio dell’ex gioielliere sanremese Luciano Amoretti, l’uomo massacrato di botte in un cortile interno di via Garibaldi al civico 95,  l’altro ieri sera verso le 21. E’ stato individuato grazie alle telecamere ed al lavoro di ricostruzione degli inquirenti: alla fine ha confessato il suo crimine.

L’uomo è stato arrestato, dopo un’indagine lampo della polizia coordinata dal il sostituto procuratore Francesca Bugané Pedretti, durante la notte scorsa, nella cittadina piemontese, a meno di 24 ore dal delitto. Sembra non si conoscessero i suoi rapporti con Amoretti. Insieme a lui è stato fermato un altro uomo, 50enne di Asti: Giuseppe Diotti. Il trio, prima del delitto, si sarebbe incontrato nei pressi della stazione dei treni, per poi dirigersi verso la casa della vittima.

Ha spiegato il procuratore capo di Imperia Alberto Lari: «Ci sono volute meno di 24 ore. E’ iniziata un’attività di indagine dove tutte le forze dell’ordine si sono concentrate su Sanremo, immediatamente, pur essendo domenica, sono state prese tutte le sorveglianze e i tabulati e incrociando i dati si è riusciti a dare un volto e un nome a questa persona, che ha incontrato Amoretti, vicino alla vecchia stazione di Sanremo. Una persona che non era di solita frequentazione, è stato solo l’intuito investigativo a dare un nome alla persona fino all’arresto di questa notte e anche al rinvenimento dell’arma del delitto e dei telefoni che erano stati portati via da casa di Amoretti. Secondo la dinamica accertata la vittima è stata colpita più volte alla testa con un martello a testa grande, una specie di mazzetta da carpentiere. L’arma è stata trovata ai bordi di un fiume dell’astigiano, con la collaborazione dell’arrestato che ha indicato dove si trovasse l’arma e che ha ammesso il delitto spontaneamente spiegando anche le motivazioni che hanno portato al tragico gesto».

Il movente sarebbe una questione di denaro nell’ambito di alcune compravendite. L’arma del delitto (una mazzetta da muratore) e i cellulari sono stati ritrovati nell’alveo di un fiume vicino a Nizza Monferrato. «E’ stata utilizzata una mazzetta, è perciò evidente che è stato un evento molto violento. Abbiamo perciò cercato di dare una risposta immediata alla cittadinanza che ovviamente in casi efferati come questi percepisce tanta insicurezza. Abbiamo dato una risposta di compattezza, unione: la squadra mobile ha lavorato in perfetta sinergia con il commissariato, con un’altra squadra mobile dove sono andati ad eseguire i provvedimenti di fermo e con una Procura, molto determinata e competente, che non ci ha mai lasciato da soli. E’ stata la ricetta per risolvere un omicidio, altrimenti se si trascina oltre le 48 ore diventa difficilmente risolvibile» – ha detto il questore di Imperia Pietro Milone.

Il cadavere era stato trovato in casa dalla figlia ieri mattina. Amoretti probabilmente conosceva il suo assassino: ha aperto lui la porta a chi, nella notte, lo ha massacrato. «Attraverso la visione delle numerose telecamere cittadine di ottima qualità e attraverso un lavoro di Intelligence più ampio, siamo riusciti a ricostruire tutto il tragitto che è stato effettuato dall’arrestato. Prima dell’omicidio ha incontrato la vittima, Luciano Amoretti, che lo ha caricato in macchina e accompagnato alla propria abitazione. Siamo quindi riusciti a ricostruire tutta la dinamica dell’evento che si è svolto nel lasso di circa 20 minuti, dopodiché l’aggressore è uscito dall’abitazione della vittima e si è dileguato. Il movente del gesto è di natura economica legato ad affari tra la vittima e l’aggressore. Dopo l’omicidio l’aggressore e un presunto complice, la cui posizione attualmente è al vaglio degli acquirenti, si sono recati a bordo dell’auto dell’omicida verso l’autostrada e hanno fatto perdere le loro tracce. Erano giunti insieme a Sanremo e al momento dell’arresto erano insieme nell’abitazione della seconda persona, la cui posizione è in corso di valutazione» – ha dichiarato il capo della Mobile Giuseppe Lodeserto.

Lo scorso anno, Amoretti era stato arrestato dalla polizia con l’accusa di essere il basista della rapina a mano armata avvenuta nel luglio 2018 ai danni della gioielleria Abate di Sanremo.

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