Il caso

Imperia, Alice Biondi abbandona la segreteria Pd: «Il modo in cui sono state gestite le regionali non può vedermi tra i responsabili»

«Più che a un'azione politica i leader pensano a ipotecare poltrone, posti e posticini»

Alce Biondi

Imperia. Con una lettera indirizzata al segretario comunale del Partito democratico Massimiliano Cammarata, a quello provinciale Pietro Mannoni e  regionale Simone Farello, la giovane Alice Biondi ha rassegnato le dimissioni dal Pd.

«È con grande dispiacere che, per coerenza e rispetto verso le mie idee e i miei valori, che oggi rassegno le dimissioni dalla segreteria cittadina imperiese, dal direttivo e da ogni incarico del Partito Democratico», scrive la Biondi.

«È un atto che mi costa molto. Ho purtroppo notato che i diritti dei lavoratori come le idee degli elettori del Partito Democratico, vengono ultimamente messi in secondo piano da sterili diatribe tra i vari leader e all’interno del partito stesso. Cosa che più che a un’azione politica assomiglia al tentativo di ipotecare poltrone, posti e posticini.

L’assenza totale di un progetto, l’impossibilità di contribuire a crearlo, mi impongono questa decisione.
Sono perfettamente consapevole che le rivoluzioni non si fanno andandosene o dall’esterno, ma rimanendo e combattendo all’interno di un’organizzazione come quella del Partito Democratico, dove intendo comunque restare, ma il modo in cui è stata gestita la partecipazione alle elezioni regionali 2020 non può vedermi tra i responsabili.

Faccio a coloro che andranno avanti nella conduzione del partito i migliori auguri dichiarandomi sempre aderente alle idee e ai valori del PD che mi sento ancora di condividere, ma che non trovo in linea con quelli di chi guida oggi la politica regionale.

Questo modus operandi non credo possa avvicinare i giovani come me ad una politica che diventa solo tattica di posizione. Pare dimenticata infatti quella che è la figura originaria del politico: essere al servizio al cittadino», conclude Alice Biondi.

 

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