La sentenza

Taggia, uccise la sorella a colpi d’accetta: condannato a 16 anni

I fatti nel gennaio 2019, legati alla convivenza difficile tra i due

Omicidio a Taggia

Imperia. E’ stato condannato a 16 anni di carcere Vincenzo Agostino, 63 anni: l’uomo accusato di omicidio pluriaggravato per aver ucciso a colpi d’accetta la sorella Palma, 71 anni. A pronunciare la condanna in primo grado (rito abbreviato) è stato il gup Anna Bonsignorio di Imperia.

I fatti. Era il 21 gennaio del 2019, quando i carabinieri avevano fermato Vincenzo Agostino subito dopo il delitto, legato a problemi per la difficile convivenza con la sorella. Ad Agostino sono state contestate le aggravanti della crudeltà (avrebbe inferto almeno tre e fino a sette colpi di accetta contro la vittima) e del legame di parentela, parzialmente compensate dall’attenuante della seminfermità mentale.

Il gup ha accolto la richiesta di pena formulata dal pm Luca Scorza Azzarà, che aveva appunto chiesto 16 anni di carcere, partendo da una pena base di 24 anni ridotta di un terzo per il rito abbreviato.
Agostino, difeso dagli avvocati Giovanni Musso e Stefania De Maria, al momento del delitto soffriva di una destrutturazione del comportamento che, secondo il perito medico legale, sarebbe stata all’origine di una reazione abnorme nevrotica, che si è concretizzata nell’omicidio. Per questo i difensori dell’uomo avevano chiesto di non applicare l’aggravante della crudeltà, in quanto la Cassazione afferma che quest’ultima è esclusa, quando la condotta è espressione della patologia.

I due legali hanno già annunciato che attenderanno le motivazioni della sentenza e successivamente presenteranno ricorso in Appello.

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