Il caso

San Bartolomeo al Mare, il debutto delle spiagge libere attrezzate è tra le polemiche

Lamentele dai turisti per i pochi spazi rimasti di arenile completamente libero. Il sindaco Urso commenta: «O così o avremmo dovuto tenerle chiuse»

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San Bartolomeo al Mare. Stanno per debuttare in questi giorni le tre nuove spiagge libere attrezzate affidate dalla Provincia per conto del Comune, novità assoluta nella cittadina del Golfo Dianese amministrata dal sindaco Valerio Urso. Ma è già polemica. L’amministrazione comunale ante emergenza sanitaria aveva deciso di far passare i tre tratti di spiaggia libera in spiaggia libera attrezzata, sfruttando la possibilità data dalla normativa di Regione Liguria che permette agli enti locali di affidare nuove gestioni, in regime di “libere attrezzate”, al fine di garantire un migliore controllo degli assembramenti in quei Comuni che, come San Bartolomeo, avevano le spiaggia totalmente free.

Una scelta, quella dell’amministrazione comunale, che sta provocando qualche disagio a turisti e residenti, sia a quelli che sarebbero disposti a spendere un massimo di 23 euro al giorno per l’alta stagione (come da capitolato di gara) per accedere ai tratti gestiti dai privati, sia per quelli che invece preferiscono frequentare la libera. Per i primi, i disagi sono legati al fatto che a luglio iniziato, due delle tre spiagge libere attrezzate aggiudicate non sono ancora pronte: la delimitazione degli spazi (vedi foto) sta avvenendo in queste ore. Una terza potrebbe non aprire mai, visto che l’aggiudicatario non ha ancora confermato al Comune la presa in carico. Sta di fatto che in questi giorni il paradosso è evidente. Le spiagge si mostrano per metà deserte e per metà super affollate: la porzione di arenile che spetterebbe ai balneatori, infatti, è in fase di allestimento e non può essere utilizzata per i prossimi giorni, mentre la rimanenza non sembra essere sufficiente ad accogliere tutti.

«Questa situazione si è venuta a creare quando il Comune ha deciso di tenere in ordine le tre spiagge libere affidandole in gestione, così da poter avere un presidio sotto la responsabilità dei balneatori, spiega il sindaco Valerio Urso, che continua: altrimenti, saremmo stati costretti a chiuderle, visto che il contributo regionale assegnato al nostro ente per il co-finanziamento di servizi di vigilanza (circa 4000 euro, ndr), non è nemmeno sufficienti a coprire un trentesimo dei costi. Dando tre spiagge in gestione, avremmo potuto beneficiare non solo di un controllo su tutto l’arenile comunale, ma anche di un bagnino e steward per ogni tratto. Purtroppo questa pratica, che parte da lontano, su cui la Provincia, in qualità di stazione unica appaltante, ha perso diverso tempo, si è scontrata prima l’emergenza Covid, poi con la fase di ridiscussione con i soggetti vincitori della gara delle condizioni previste nell’appalto.

Di fronte alla scelta di aprire o tenere chiuse le nostre spiagge, abbiamo preferito aprirle. L’allestimento degli stabilimenti è in corso. Tengo a precisare – conclude Urso – che sarà garantito il 50% di spiaggia libera. Rispetto alla possibilità che una delle tre gestioni assegnate non venga allestita, siamo pronti a chiedere l’escussione della fidejussione data a garanzia dall’operatore che si era aggiudicato il bando: se così dovesse essere, la spiaggia in questione tornerà a essere completamente libera».

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